Il gap degli investimenti frena la crescita

In dieci anni, dal 2007 al 2017, la spesa per investimenti fissi lordi in Friuli Venezia Giulia, secondo le rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, è diminuita del 15,8%, mentre in Francia è aumentata del 3,2%, nel Regno Unito dell’8% e in Germania del 13,7%. Peggio del nostro Paese solo la Spagna, che ha registrato un -24,9%, un valore appunto inferiore a quello dell’Italia,-22,4%.

Nel 2018 gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere in Friuli Venezia Giulia del 4,6%, per frenare al 2,3% nel 2019. Lo rileva sempre l’Ufficio studi di Confindustria Udine, che ha elaborato dati Istat, Prometeia ed Eurostat.

Sono investimenti fissi lordi gli acquisti, sia pubblici sia privati, di beni materiali durevoli effettuati da un'impresa e comprendono l'acquisto di macchine, impianti, attrezzature, mobili, mezzi di trasporto, costruzioni e fabbricati, terreni e l'incremento di capitali fissi per lavori interni. Questa voce comprende anche le manutenzioni e le riparazioni straordinarie che prolungano la durata normale di impiego e migliorano la capacità produttiva.

“Si tratta di un gap, per certi versi, ancora più pesante dello spread tra Btp e Bund. – commenta Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – perché gli investimenti rappresentano una tipologia di spesa capace di dispiegare un effetto volano e sono indispensabili per generare la crescita necessaria a sostenere la spesa per trasferimenti (prestazioni sociali, pensioni, interessi sul debito pubblico) e dunque la sostenibilità del sistema Paese”.

“Se il Prodotto interno lordo è composto dai consumi (spesa delle famiglie più spesa della Pubblica amministrazione), cui vanno sommati gli investimenti e il saldo tra importazioni ed esportazioni, si capisce al volo che il tema degli investimenti (persino a deficit, contrariamente alla spesa corrente) è cruciale per l’Italia. Per rilanciare la crescita – prosegue la presidente degli Industriali friulani – è dunque fondamentare aumentare la spesa per investimenti, al fine di ridurre il gap infrastrutturale di cui soffre il nostro Paese e accrescere in questo modo l’occupazione. Sarebbe opportuno, tra l’altro, fare di tutto per attirare anche investimenti esteri sul nostro territorio”.

“Intanto – conclude Anna Mareschi Danieli - la fotografia della situazione attuale è questa. I numeri non mentono, sono ostinati. E ogni intenzione, persino la migliore, è destinata a farci i conti. Lo sottolineiamo con molta preoccupazione, senza alcuna polemica e con lo spirito propositivo e costruttivo che ci contraddistingue, certi che nel decisore pubblico, come stiamo sperimentando in questo avvio di legislatura regionale, troveremo interlocutori responsabili, consapevoli e determinati a sostenere le ragioni dello sviluppo e della crescita”.