La soluzione alla sottocapitalizzazione delle aziende familiari si chiama PIR

La sottocapitalizzazione e la sottodotazione di mezzi finanziari propri rappresentano due potenziali ostacoli allo sviluppo dei progetti aziendali. Questo accade soprattutto alle piccole e medie imprese, spesso fortemente dipendenti dal sistema creditizio e per questo ingessate nei propri progetti di investimento in innovazione e tecnologia e nei percorsi di apertura ai mercati esteri.

 

Introdotti dalla legge di Bilancio 2017, i Piani individuali di risparmio, PIR, sono una nuova forma di investimento a medio termine - soggetta ad agevolazioni fiscali sotto forma di detassazione delle plusvalenze in caso di investimenti quinquennali - nata con la finalità di veicolare i risparmi delle famiglie verso le piccole e medie imprese italiane, attraverso l’investimento in strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e quote di fondi delle Pmi o aziende con stabile organizzazione in Italia.

 

Di PIR, ma anche di quando, come e perché puntare all’apertura del capitale si parlerà, giovedì 15 giugno, alle ore 17.30, a palazzo Torriani, nel corso del convegno dal titolo “Le soluzioni alla sottocapitalizzazione delle aziende familiari”, promosso da Confindustria Udine, in collaborazione con UBS.

 

All’incontro, che sarà aperto da Michele Bortolussi, vice-presidente vicario di Confindustria Udine, e da Fabio Innocenzi, consigliere delegato di UBS Europe SE, interverranno: Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS Wealth management in Italia, che effettuerà una panoramica sulla situazione macro e micro economica mondiale; Rosario Sciacca, di Corporate advisory group, UBS Europe SE filiale Italia, che parlerà del capitale per la crescita, e Dario Branciamore, di Wealth planning advisory UBS fiduciaria, che punterà l’attenzione sulle caratteristiche e le agevolazioni per gli investitori dei Piani individuali di risparmio.

 

Le conclusioni del convegno saranno tratte da Alberto Baban, presidente Piccola industria di Confindustria.

 

“Confindustria Udine – spiega Michele Bortolussi – prosegue in un percorso di diffusione della cultura finanziaria presso i propri associati, nella convinzione che si possa cambiare approccio nella composizione delle fonti di finanziamento all’impresa, superando un modello sin qui troppo centrato su sistemi tradizionali di bancabilità. Nel nuovo paradigma dell’industria 4.0 l’innovazione, l’internazionalizzazione e la crescita dimensionale sono aspetti sempre cruciali, al pari di un’adeguata ed evoluta gestione delle risorse economiche necessarie ad accompagnare i percorsi di sviluppo aziendali. Oggi gli strumenti ci sono ed è importante conoscerli per promuovere un effettivo salto di qualità culturale e operativo-gestionale da parte delle imprese”.