Indice UE di digitalizzazione dell’economia e della società italiana in Europa (DESI) 2019

 13/06/2019

Si segnala che la Commissione europea ha presentato l’edizione 2019 dell’Indice UE di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) che analizza la performance dei 28 Stati membri e dell’UE nel suo complesso nel corso del 2018, sulla base di 5 indicatori principali:

  1. Connettività
  2. Capitale umano
  3. Uso dei servizi Internet
  4. Integrazione delle tecnologie digitali
  5. Servizi pubblici digitali

 

L’Italia si situa al 24° posto (esattamente come l’anno scorso). Rispetto al DESI 2018 i principali progressi si registrano in materia di connettività (passa dal 26° posto al 19°) e di servizi pubblici digitali (dal 19° al 18° posto). Tuttavia, conferma scarsi risultati in termini di competenze digitali che si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi online e una bassa attività di vendita online per le PMI (vedi “profilo Paese” allegato).

Analizzando i 5 indicatori a livello UE e nazionale, dal DESI emerge che:

Connettività: benché migliorata, la connettività resta insufficiente per far fronte a esigenze in rapida crescita. La domanda di banda larga veloce e ultraveloce è in aumento secondo gli indicatori del DESI e si prevede che crescerà ulteriormente in futuro grazie al fatto che i servizi Internet e le esigenze delle imprese diventeranno sempre più sofisticati. Il 60% delle famiglie ha accesso alla connettività ultraveloce di almeno 100 megabit per secondo (Mbps) e il numero di abbonamenti alla banda larga è in aumento. L'Unione ha approvato la riforma delle norme UE in materia di telecomunicazioni per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei e stimolare gli investimenti.

=>L’Italia si colloca al 19° posto. La posizione dell’Italia è notevolmente migliorata, soprattutto per quanto riguarda la copertura della banda larga veloce (NGA), ma è in ritardo per quella ultraveloce (100 Mbps e oltre).

 

Capitale umano: benché la maggior parte dei posti di lavoro richieda almeno competenze digitali di base, più di un terzo della forza lavoro attiva in Europa non le possiede e solo il 31% della forza lavoro possiede competenze avanzate nell'uso di Internet. Allo stesso tempo, in tutta l'economia è in crescita la domanda di competenze digitali avanzate, con l'aumento di 2 milioni del numero di specialisti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) occupati negli ultimi 5 anni nell'UE

=>L’Italia si colloca al 26° posto. Il livello delle competenze digitali di base e avanzate degli italiani è al di sotto della media UE. Solo il 44 % degli individui tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (57 % nell'UE).

 

Uso dei servizi Internet: l'83% degli europei naviga su Internet almeno una volta alla settimana (erano il 75% nel 2014). Per contro, solo l'11% della popolazione dell'UE non ha mai usato Internet (rispetto al 18% del 2014). Ad aumentare in misura maggiore sono stati i servizi di videochiamate e video su richiesta, disponibili su vari programmi informatici e applicazioni per smartphone.

=>L’Italia si colloca al 25° posto. Il 19 % degli individui residenti in Italia, quasi il doppio della media UE, non ha mai usato Internet. Nessuna delle attività online che sono state monitorate presentano un punteggio al di sopra della media UE.

 

Integrazione delle tecnologie digitali: le imprese sono sempre più digitali ma il commercio elettronico progredisce lentamente.  Un numero crescente di imprese fa ricorso a servizi cloud (il 18% rispetto all'11% del 2014) o ai social media (il 21% contro il 15% del 2013) per dialogare con i clienti e altri partner. Si registra tuttavia una stagnazione negli ultimi anni del numero di PMI che vendono beni e servizi online (17%). Per dare un impulso al commercio elettronico in Europa, l'UE ha adottato una serie di misure che vanno da una maggiore trasparenza dei prezzi per la consegna di pacchi alla semplificazione delle norme relative all'IVA e ai contratti del settore digitale.

=>L’Italia si colloca al 23° posto. Ci sono stati alcuni progressi nell'uso di servizi cloud ed e-commerce, tuttavia le imprese Italiane non riescono ancora a sfruttare appieno le opportunità offerte dal commercio online. Solo il 10 % delle PMI vende online (ben al di sotto della media UE pari al 17 %), solo il 6 % effettua vendite transfrontaliere e solo l'8 % circa dei loro ricavi proviene da vendite online.

 

Servizi pubblici digitali: laddove esiste una regolamentazione dell'UE, si registra una tendenza alla convergenza tra gli Stati membri nel periodo 2014-2019. Il 64% degli internauti che trasmettono moduli alla pubblica amministrazione utilizza ora i canali online (erano il 57% nel 2014), dimostrando così la comodità del ricorso alle procedure telematiche rispetto a quelle burocratiche tradizionali. Nell'aprile 2018 la Commissione ha adottato iniziative in materia di riutilizzo delle informazioni nel settore pubblico e di sanità elettronica che permetteranno di migliorare notevolmente i servizi pubblici online transfrontalieri nell'UE.

=>L’Italia si colloca al 18° posto (migliore indicatore). Sono buoni i risultati per quanto riguarda gli open data e i servizi di sanità digitale. L’Italia presenta tuttavia uno scarso livello di interazione online tra le autorità pubbliche e l’utenza: solo il 37 % degli utenti di Internet italiani che hanno bisogno di inviare moduli lo fa online.

 

Dati DESI 2019 al seguente link https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/desi

Si riportano in allegato i seguenti documenti:

- Report DESI per l’Italia (PDF)

- Connectivity - Broadband market developments in the EU (PDF)

- Human Capital - Digital Inclusion and Skills (PDF) 

- Use of Internet Services (PDF)

- Integration of Digital Technology (PDF)

- Digital Public Services (PDF)

- The EU ICT Sector and its R&D Performance (PDF)

- Research and Innovation: ICT projects in Horizon 2020 Digital (PDF)

 

Per ulteriori informazioni potete contattare l’ing. Franco Campagna tel. 0432 276202.

(FC)