Le alleanze estere di Confindustria Udine

Il rallentamento del ciclo economico continua ad aggravarsi. L’indice di produzione industriale cala, gli ordini sono in diminuzione. Non c’è una politica industriale e, come se non bastasse, chi fa impresa viene preso di mira.

“Per sopravvivere – spiega Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine - dobbiamo fare sistema, in regione, ma anche e soprattutto fuori. Ci siamo mossi quindi e ci stiamo muovendo sfruttando al massimo i nostri punti di forza, primo fra tutti la propensione all’export del Friuli Venezia Giulia, che è la più elevata del Paese, con le esportazioni della provincia di Udine che continuano a spingere le vendite all’estero del FVG”.

“Da anni l’Associazione ha iniziato a muoversi con i propri funzionari nell’area Est Europa e ad oggi questo lavoro sta dando i suoi frutti in un’ottica sinergica con tutte le Rappresentanze estere di Confindustria”, spiega la Presidente.

Non tutti sanno che ne esistono ben 14, dalla Polonia alla Bulgaria, fino a ricomprendere la Federazione Russa, con più di 1.500 aziende rappresentate.

A riprova del lavoro che dura da dieci anni, Udine ha recentemente ospitato i presidenti ed i direttori delle di queste Confindustrie Estere, tutte racchiuse all’interno del Gruppo Tecnico Internazionalizzazione Associativa presieduto dall’imprenditore Edoardo Garrone, uomo confindustriale di lungo corso, che ha creduto fortemente nel progetto della rappresentanza dell’impresa italiana nei Paesi più vicini con alta concentrazione di imprenditori italiani.

“Questo - sottolinea Mareschi Danieli - è solo uno dei tanti passaggi che vede la nostra Associazione impegnata fortemente per le aziende all’estero. Non è un caso che proprio i rappresentanti delle Confindustrie estere abbiano coniato la definizione ‘Modello Udine’, come esempio da seguire per le modalità e la proattività dimostrate nel lavoro svolto. Questo perché la nostra Associazione, caso unico in Italia, è socia e parte attiva già di Confindustria Serbia, Confindustria Montenegro, della neonata Confindustria Slovenia, della quale siamo fondatori e di cui è presidente uno dei nostri vice, Dino Feragotto”.

“Entriamo come soci – rimarca Anna Mareschi Danieli – non per fregiarci di una stelletta di merito, ma perché individuiamo per le nostre aziende concrete opportunità di business sia per l’export, sia per collaborazioni produttive, fino ad arrivare al supporto all’insediamento estero, realizzato per rafforzare la casa madre qui in Italia. Facciamo da rompighiaccio per le nostre piccole e medie aziende, ci occupiamo sul campo del primo scouting commerciale o produttivo, poi come sempre sono gli imprenditori a decidere che tipo di passi fare. Noi segniamo la strada, all’interno dei binari di Confindustria. Nel 2020 ci espanderemo anche in Polonia e in tutti gli altri paesi dove esiste Confindustria”.

“Ci siamo concentrati sull’accompagnamento e sulla ricerca di potenziali partnership per le nostre aziende con specifico focus (settori metalmeccanico, siderurgico, alimentare, energie rinnovabili, ICT) e ciò ha portato più di un centinaio di aziende ad affacciarsi a queste aree geograficamente vicine, ma non per questo facili da approcciare”, commenta il vice presidente vicario Cristian Vida.

“Questo lavoro – prosegue il ragionamento Vida - fatto non di azioni spot, ma svolto con continuità nel tempo, ha permesso anche di entrare nel merito di progetti nel campo dell’idroelettrico, di gare per arredi di hotel e di ristoranti, lavorazioni conto terzi, import materie prime, direttamente seguite ed accompagnate da Confindustria Udine in rete con le nostre antenne, previa verifica delle controparti”.

Alcune nostre imprese, negli ultimi anni, hanno investito Serbia e Croazia per potenziare l’attività della casa madre, nel settore metalmeccanico, della refrigerazione industriale, del comparto legno arredo, grazie al supporto ed indirizzo di Confindustria, che ha affiancato le singole e autonome strategie aziendali.

“Non ci fermiamo qui – continua la presidente Mareschi Danieli - perché le nostre imprese devono rafforzarsi e crescere sui mercati esteri. Questo è il modo in cui intendiamo le vere alleanze, costruite sulle partnership concrete, facendo così il bene del nostro sistema associativo e delle imprese che lo compongono”.