La presidente Mareschi Danieli: "Stato contro le imprese, manca una strategia per il futuro. Bisogna aumentare la produttività"

Nulla è cambiato da inizio pandemia ad oggi, i problemi del nostro Paese sono tutti ancora lì. Nessuno si è preoccupato di valutare, riconsiderare, fare strategia e implementare.

Per mesi abbiamo scrupolosamente rispettato le direttive governative (deparlamentarizzate fra l’altro) nell’attesa di un piano di contenimento prima e di rilancio poi, sperando in una seria strategia di ripartenza. Ci siamo trovati di fronte alla spettacolarizzazione della pandemia, azione perfettamente in linea con il tentativo di controllo sociale attuato dal governo. Siamo sommersi dalle fake news, che spesso vengono usate anche da chi oggi fa parte della squadra di governo per demolire i propri avversari, senza minimamente preoccuparsi dei danni che questo provoca.

Non giudico, ma questa è la verità dei fatti e la riporto. La democrazia presuppone che si decida tenendo conto della complessità della società. Non è stato così. Ha prevalso una visione tecnocratico-sanitaria, che poi però non è stata sintetizzata in una visione d’insieme per il nostro Paese. In questo scenario, le imprese hanno combattuto prima per rimanere aperte, poi per riaprire in sicurezza e ora per sopravvivere. Ma ormai non è più un nulla osta del Governo a salvarci. Solo e soltanto il mercato ci dirà che ne sarà di noi.

La verità è che gli imprenditori, ancora una volta, si sono sentiti e si sentono soli. Mi rendo conto che governare questa situazione è davvero difficile, ma dobbiamo pretendere che chi ci governa sia in grado di farlo. E se non riescono ad aiutarci davvero (cosa piuttosto triste, perché le imprese sono l’unico motore che ha trainato questo Paese nell’ultimo decennio), almeno non ci mettano i bastoni tra le ruote con leggi mal scritte, che ci colpevolizzano a priori, con una burocrazia che invece di arretrare cresce, un presunto sostegno economico che finora è solo debito per le imprese che hanno in pancia oltre 50 miliardi di insoluti pubblici, provvedimenti di puro stampo assistenziale che dovranno pagare le future generazioni e nulla di nulla sul fronte degli investimenti. L’amara verità è che non c’è la volontà di un moderno sviluppo industriale nazionale, che renderebbe competitive le nostre imprese.

Ce la faremo? Sì. Perché siamo programmati per superare gli ostacoli. Il nostro Stato è contro le imprese, la cosa positiva è che non siamo gli unici ad essercene accorti. L’Europa ci osserva. Nutriamo la speranza che i fondi che arriveranno abbiano una destinazione vincolata, precisa, che non lasci spazio di decidere solamente per le ennesime mosse assistenziali ma che obblighi all’aumento della produttività, che è l’unico vero e reale metodo per rialzare il PIL.

Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine