L’IPCA, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato, ha segnato a dicembre una variazione annua del 12,3%, dal 12,6% di novembre.
In Germania l’indice si è portato al 9,6%, in Francia al 6,7%, in Spagna addirittura al 5,6%.
In media nel 2022 i prezzi al consumo (NIC) hanno registrato una crescita in Italia pari al +8,1% (+1,9% nel 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’inflazione di fondo), i prezzi sono cresciuti del 3,8% (0,8% nel 2021). Nel mese di dicembre l’inflazione di fondo si è attestata al 5,8%.
Causa comune della decelerazione dei prezzi è il calo globale dei costi dell’energia.
L’inverno per ora molto mite, le strategie di diversificazione delle forniture seguite dall’Unione Europea hanno attenuato la crisi energetica. A questo si aggiunge il livello delle scorte che è considerevolmente più elevato rispetto al passato.
È difficile comunque ipotizzare che la flessione dell’inflazione abbia conseguenze sulla politica monetaria della Banca centrale europea.
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