Minibond, punto d'incontro tra economia finanziaria e reale

“I minibond sono uno strumento con grandi potenzialità in un sistema profondamente “banco-centrico” come quello italiano. La loro progressiva diffusione ha un impatto determinante nel ristabilire un legame tra il risparmio nazionale e l’economia reale, così come sull’attrazione di investitori internazionali. In altri termini, si crea un importante punto di incontro tra l’economia finanziaria e quella reale, nel senso che la prima sostiene la seconda. Eppure, nonostante il Governo, il Parlamento e anche la Regione abbiano emesso diversi provvedimenti mirati a supportare il ricorso a tale strumento, da parte delle imprese si avverte ancora una certa ritrosia a utilizzarli dovuta non solo a motivi di natura burocratica, ma anche a fattori di carattere culturale”.

E’ quanto ha affermato la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, aprendo il convegno dal titolo “Finanza straordinaria: uno strumento che integra il sostegno della banca”, promosso dagli Industriali udinesi in collaborazione con Banca Finint e Primacassa.

Nel suo intervento a palazzo Torriani, Mareschi Danieli ha sottolineato come “in un momento in cui il ricorso al credito bancario presenta qualche complessità, possa invece essere utile considerare strumenti alternativi di finanziamento - quali il private equity, il private debt e direct lending, la quotazione in borsa e i minibond, appunto - che permettono alle Pmi di rivolgersi direttamente al mercato dei capitali proprio in alternativa al canale bancario tradizionale”.

L’attenzione della presidente di Confindustria Udine si è soffermata, in particolare, sui vantaggi e svantaggi dei minibond. Per ciò che attiene i vantaggi, Mareschi Danieli ha evidenziato innanzitutto la diversificazione delle fonti di finanziamento, “che comporta un incremento dello standing creditizio spesso accompagnato da un abbassamento del costo del debito per l’azienda. Ed ancora: sull’emissione obbligazionaria non sono richieste garanzie patrimoniali a copertura del prestito. Non da ultimo, va tenuto presente che simili procedure offrono grande visibilità all’emittente”. Per ciò che riguarda gli svantaggi, la presidente ha ricordato come il mancato pagamento della cedola periodica rappresenta un evento di default sulla base del regolamento che disciplina l’emissione. In aggiunta, il verificarsi di questo evento potrebbe determinare anche l’estinzione anticipata del prestito obbligazionario, con evidenti conseguenze per l’emittente in termini di merito creditizio. “Pertanto – ha concluso Mareschi Danieli -, la sostenibilità del costo di un’operazione di finanziamento mediante minibond deve essere attentamente valutata da parte del soggetto emittente sulla base di business plan coerenti e realistici”.

All’incontro sono intervenuti anche: Giuseppe Graffi Brunoro, presidente di Primacassa-Credito Cooperativo FVG; Enrico Marchi, presidente di Banca Finint; Simone Brugnera, responsabile dell’Area Minibond di Banca Finint spa e Stefano Milanese, Senior Invest Officer di Friulia Spa, che ha illustrato le attività di affiancamento di Friulia alle operazioni di finanza straordinaria. Ad esempio, relativamente ai minibond, Friulia può sottoscrivere una quota dell’emissione obbligazionaria, facilitandone il collocamento sul mercato.  A chiudere il convegno, la testimonianza di Pier Paolo Santini, CFO della Calligaris Spa di Manzano.