LA SOLUZIONE ALLA SOTTOCAPITALIZZAZIONE DELLE AZIENDE FAMILIARI

“Confindustria Udine prosegue nel suo percorso di diffusione della cultura finanziaria presso i propri associati, nella convinzione che si possa cambiare approccio nella composizione delle fonti di finanziamento all’impresa, superando un modello sin qui troppo centrato su sistemi tradizionali di bancabilità. L’industria sta attraversando una fase di cambiamento epocale sia per quanto riguarda l’economia reale che coinvolge le aziende, alle prese in particolar modo con il nuovo paradigma della quarta rivoluzione industriale, sia per quanto concerne i prodotti finanziari necessari per supportare la crescita dimensionale che serve alle imprese. A tal riguardo, i Piani Individuali di Risparmio, PIR, rappresentano sicuramente un’interessante novità di cui è doveroso prendere confidenza”.

Lo ha dichiarato Michele Bortolussi, vice-presidente vicario di Confindustria Udine, aprendo a palazzo Torriani il convegno dal titolo “Le soluzioni alla sottocapitalizzazione delle aziende familiari”, promosso da Confindustria Udine, in collaborazione con UBS.

Nel suo intervento, Bortolussi ha altresì ricordato che l’impegno di Confindustria Udine nella diffusione della cultura finanziaria si sostanzia non solo nella convegnistica, ma anche nella costituzione a palazzo Torriani di desk con tutti i principali istituti bancari della Regione. A breve – ha annunciato lo stesso Bortolussi - l’Associazione aprirà pure un Elite Desk, volto a promuovere il Programma Elite di Borsa italiana - sostenuto da Confindustria sin dal suo avvio nel 2012 ed esportato in numerosi altri Paesi UE ed extra UE - che mette a disposizione delle imprese una piattaforma internazionale di servizi integrati  - incluse tecnologie di networking e strumenti di autovalutazione - che le supporta nel raggiungimento di adeguati standard patrimoniali, finanziari, di governance e di comunicazione verso il mercato.

Per Alberto Baban, presidente nazionale Piccola industria di Confindustria, “a Udine, oggi, si è parlato di capitalizzazione e di finanza nelle nostre aziende, intese come leve strategiche per aiutare le nostre aziende a stare sul mercato e a crescere. Oltre a tutto il sistema industriale italiano può disporre, d’ora in poi, di un’iniezione importante di liquidità proprio grazie alla novità dei PIR, i quali infatti presentano una peculiarità non di poco conto: non solo offrono agevolazioni fiscali, ma impongono l’obbligatorietà per legge di investire almeno il 70% del capitale nelle aziende italiane. E la raccolta finora è stata più che positiva: i PIR che sono partiti dall’inizio 2017 hanno già raccolto tre miliardi di euro, una cifra destinata ad essere ancora più corposa in prospettiva”.  

Per Fabio Innocenzi, consigliere delegato di UBS Europe SE, i PIR sono uno strumento nuovo di risparmio dal momento che i risparmiatori hanno benefici fiscali se vi investono. “Questo significa che finalmente si crea in Italia una discontinuità con l’elemento caratteristico del mercato finanziario nazionale che è sempre stato contraddistinto da una fortissima concentrazione del credito bancario quale strumento, quasi unico, di sostegno alle aziende. Con l’entrata in campo dei PIR l’elemento essenziale diventerà il fatto che a questa disponibilità di capitale corrisponda una disponibilità da parte delle imprese ad assorbire il capitale stesso passando da una raccolta di tipo prevalentemente bancario ad una raccolta a più ampio raggio”.

Dal canto suo Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS Wealth management in Italia, ha effettuato una panoramica sulla situazione macro e micro economica internazionale: “Siamo in un contesto che presenta importanti opportunità di crescita sui mercati internazionali e in virtù dell’upgrade tecnologico, ma che richiede ingenti investimenti nelle aziende. L’abbondante liquidità in circolazione e l’attuale assetto dei mercati favoriscono la raccolta di capitale di rischio e di finanziamento”.

Ramenghi ha altresì ricordato che la crescita mondiale prosegue rapida ad un ritmo superiore alla media degli ultimi anni guidata dal nuovo ciclo degli investimenti e dal manifatturiero. La fiducia delle imprese delle economie avanzate è ai livelli più alti dal 2005. I mercati azionari incorporano parzialmente nelle quotazioni lo scenario favorevole. La novità è rappresentata dall’Eurozona che marcia ad un passo superiore rispetto alle aspettative anche se rimane inferiore all’economia globale. L’Italia si accoda all’andamento positivo europeo: il Pil va meglio dell’atteso ed è in accelerazione (+1,2% nel 1° trimestre 2017 rispetto al 1° trimestre 2016). L’export è in crescita (+2,1% nel 1° trimestre 2017 sul quarto trimestre 2016). Positivo l’andamento degli investimenti (+2,3% nel 1° trimestre 2017 rispetto al 1° trimestre 2016). Il mercato del lavoro è in miglioramento: ad aprile il tasso di disoccupazione si è portato all’11,1% (era 11,8% nell’aprile 2016).

Nella sua analisi, Rosario Sciacca, di Corporate advisory group, UBS Europe SE filiale Italia, ha poi evidenziato come in Italia in questi anni si sia assistito ad un forte sbilanciamento nelle fonti di finanziamento delle imprese a favore del debito bancario e a discapito dell’equity e del capitale di rischio. “L’esigenza di competere sui mercati tradizionali spinge ora però le aziende ad aprirsi al capitale di rischio per supportare la crescita”.

Da ultimo, Dario Branciamore, di Wealth planning advisory UBS, è entrato nel dettaglio dei Piano Individuali di Risparmio, previsti dalla Legge di Bilancio 2017, che nascono proprio per canalizzare risorse finanziarie verso il sistema delle pmi in modo stabile e duraturo. Con i PIR anche le famiglie possono investire in strumenti di capitale di imprese italiane beneficiando dell’esenzione dalle imposte dei proventi derivanti da tali investimenti detenuti per almeno 5 anni. Le ultime stime disponibili ci dicono che nel 2017 si potrebbe arrivare addirittura ad una raccolta con i PIR di 10 miliardi di euro, cifra impensabile quando alla fine dello scorso anno erano stati varati.