Manovra, la preoccupazione degli Industriali friulani

“Da parte nostra c’è preoccupazione, perché se aumenta il debito in prospettiva rischiamo di impoverirci tutti, famiglie e imprese in primis. Quel debito, infatti, dovremo restituirlo e chi ce lo compra deciderà quanto farcelo pagare in interessi”.

E’ questo il commento di Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, dopo l'accordo di maggioranza raggiunto ieri sera sulla Manovra, che prevede un rapporto deficit-Pil al 2,4%.

“Lo sforamento del deficit nella Manovra porterà più crescita e lavoro? Questa è la vera domanda – prosegue Anna Mareschi Danieli -. Perché il problema non è soltanto più debito o meno debito, ma come lo usiamo: se per investimenti e crescita o solo per spese correnti. Da questo punto di vista, restano, a livello di principio e a puro titolo di esempio, molte perplessità sulle misure che riguardano le pensioni e il cosiddetto reddito di cittadinanza, mentre vediamo con favore il mantenimento dell’impianto legato all’Industria 4.0, che ha già prodotto investimenti e crescita”.

“Da parte nostra abbiamo sempre detto che bisogna puntare sulla crescita, sulle imprese e sul lavoro, perché soltanto la generazione di ricchezza permette poi di avere risorse utili a realizzare interventi di inclusione sociale. Qui il paradigma sembra essersi ribaltato: prima si spende, sperando che questa leva espansiva si traduca in crescita reale. E’ una scommessa, speriamo non sia un azzardo”.

“Il tema principale, dunque, è questo: il Governo dovrà dimostrare all'Europa e ai mercati che la manovra non è soltanto spesa ordinaria, o peggio ancora, sprechi finanziati a debito. Staremo a vedere se questa posizione sarà credibile. Ce lo auguriamo, nell’interesse del Paese, ma è chiaro che siamo preoccupati, molto preoccupati. Fitch, ad agosto, pur avendo confermato il rating dell’Italia al livello BBB, aveva abbassato l’outlook da stabile a negativo. Ora si dovranno pronunciare Moody’s e UE. Il rischio downgrade di un notch, a questo punto, è alto”.

Pollice verso degli industriali, intanto, anche sulla riscrittura delle norme sulla class action, che “sembra essere concepita in modo punitivo verso le imprese”.

Il progetto di legge è stato approvato in Commissione Giustizia della Camera e da lunedì sarà in aula. Tre i nodi più importanti sollevati da Confindustria: la possibilità di aderire dopo la sentenza, la scelta di imporre il pagamento di un compenso agli avvocati se la causa va a buon fine, la retroattività delle norme.

“Non siamo contrari a intervenire sulle norme attuali – conclude Anna Mareschi Danieli -, ma abbiamo rilevato alcune criticità molto chiare che sono rimaste finora irrisolte. Sono questioni di portata generale e di buon senso e, data la rilevanza trasversale di questi temi per il mondo delle imprese, ci auguriamo che anche la maggioranza possa condividerle e portarle avanti”.