Finanza straordinaria: uno strumento che integra il sostegno della banca

Come finanziare piani di sviluppo e diversificare forme di finanziamento a medio-lungo-termine?

Se ne parlerà martedì 16 ottobre, a palazzo Torriani, alle ore 17.30, al convegno dal titolo “Finanza straordinaria: uno strumento che integra il sostegno della banca”, promosso da Confindustria Udine in collaborazione con Banca Finint e Primacassa.

L’incontro - diretto a descrivere e illustrare i vantaggi che le imprese possono conseguire dall’utilizzo degli strumenti di finanza straordinaria, alternativa a quella bancaria, a supporto della crescita dimensionale e dello sviluppo aziendale, soprattutto sui mercati esteri - sarà aperto dagli indirizzi di saluto portati da Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, e da Giuseppe Graffi Brunoro, presidente di Primacassa-Credito Cooperativo FVG. Seguiranno gli interventi di Enrico Marchi, presidente di Banca Finint spa, che parlerà delle caratteristiche e dei vantaggi dei minibond, e di Stefano Milanese, Senior Invest Officer di Friulia Spa, che illustrerà le attività di affiancamento di Friulia alle operazioni di finanza straordinaria. A chiudere, la testimonianza di Pier Paolo Santini, CFO della Calligaris Spa di Manzano.

Il panorama economico e finanziario è profondamente mutato nel corso degli ultimi dieci anni. La globalizzazione e l’innovazione tecnologica hanno modificato radicalmente i paradigmi economici e i sistemi di finanziamento della piccola media impresa italiana. In tale contesto, e oggi più che mai, la piccola media impresa italiana che cresce, soprattutto sui mercati esteri, deve affiancare al finanziamento bancario fonti di finanziamento alternative, cioè deve sostituire il debito bancario con strumenti alternativi di finanza straordinaria, quali il private equity, il private debt e direct lending, i mini-bond e la quotazione in borsa.

Infatti, il sistema bancario italiano necessiterà ancora di molto tempo per adottare a pieno le soluzioni di “ultra-patrimonializzazione” che gli consentiranno di continuare nell’erogazione del credito alla piccola e media impresa italiana, risolvendo prima la crescente mole di crediti problematici e adeguandosi poi ai requisiti di patrimonializzazione imposti alle banche dagli accordi di Basilea 2 e 3.

Il legislatore è recentemente intervenuto e ha introdotto nuove norme che permettono alle piccole e medie imprese italiane di superare la loro cronica sottocapitalizzazione e di acquisire finanza di equity o di debito ricorrendo direttamente al mercato dei capitali non bancari. Anche gli strumenti regionali di accesso al credito e di supporto agli investimenti seguono questa direzione.