Mercato del lavoro, brusca frenata nell'ultimo trimestre del 2018

In provincia di Udine, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati dell’Osservatorio del lavoro della Regione, nel periodo gennaio-dicembre 2018 le assunzioni hanno riguardato 98.755 rapporti di lavoro, +1,7% rispetto all’anno precedente (quando si sono contate in 97.060 unità). Nel 2017, la variazione rispetto al 2016 è stata del +24,4%.

“Scomponendo il dato per trimestri – spiega Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine - dopo un avvio positivo nei primi tre mesi del 2018 (+17,6% la variazione delle assunzioni rispetto allo stesso trimestre del 2017), anche se inferiore a quello degli ultimi tre dell’anno precedente, si è registrata una brusca frenata nel secondo (+0,2%) e una variazione negativa negli ultimi due (-3,9% nel terzo, -4% nel quarto). Il saldo a fine anno resta positivo, dunque, ma la dinamica non è affatto incoraggiante”.

Il saldo assunti-cessati nel 2018 è stato pari a 2.235 unità, ben inferiore alle 5.216 unità del 2017. Di conseguenza, il rapporto assunti-cessati è diminuito, portandosi da una media di 1,06 riferito all’intero 2017, all’1,02 (leggermente superiore al dato regionale, 1,01) del 2018 (1,06 nel manifatturiero).

La maggior parte delle assunzioni nell’intero 2018, 41.886, pari al 42,4% del totale, ha interessato il terziario, diminuite del 2,4% rispetto all’anno precedente. Seguono il comparto alberghi e ristoranti (18.652, 18,9% del totale con una crescita del +5,6%) e il manifatturiero che, con 16.017 assunzioni, il 16,2% del totale, ha registrato un aumento dello 0,6%. Le costruzioni con 3.941 assunzioni, il 4% del totale, segnano un incremento del 21,7%.

Nel complesso dei settori economici, la tipologia contrattuale prevalente è rappresentata dal rapporto a tempo determinato che ha interessato 47.986 assunzioni pari al 48,6% del totale. Seguono il lavoro in somministrazione, 18.273 assunzioni corrispondenti ad una quota del 18,5%, il rapporto a tempo indeterminato che ha caratterizzato 8.812 assunzioni, l’8,9% del totale e il lavoro intermittente (7,3% per 7.255 assunzioni).

Nel manifatturiero la tipologia contrattuale maggiormente utilizzata resta il lavoro in somministrazione, 6.817 assunzioni pari al 42,6% del totale, seguita dal lavoro a tempo determinato, 5.124 assunzioni per una quota del 32%, e da quello a tempo indeterminato, 2.268 assunzioni per una quota del 14,2%.

“Tutti gli indicatori economici – ricorda la presidente di Confindustria Udine – stanno virando in negativo, siamo in una fase di recessione tecnica e le prospettive per l’anno in corso non inducono all’ottimismo. Il quadro è questo, ma non abbiamo la percezione che la gravità della situazione si traduca in azioni di governo adeguate. Confindustria, invece, ribadisce la centralità del lavoro e della crescita e chiede da tempo, purtroppo inascoltata, politiche incisive sul taglio del cuneo fiscale, soprattutto per i giovani”.

“Ai dati negativi sul Pil – conclude la presidente degli Industriali friulani - bisognerebbe reagire subito stimolando gli investimenti privati e attivando quelli pubblici. Non possiamo permetterci il lusso di fermarci alla constatazione dei dati, né perdere tempo nella ricerca di colpe negli altri, tantomeno cullarci sugli allori di una presunta crescita determinata dagli effetti espansivi di una manovra che nessun analista considera realistici, ma dobbiamo trovare soluzioni nell'interesse del Paese mettendo il lavoro e l'occupazione al centro dell’attenzione. Bisogna prendere atto immediatamente della nuova fase e avviare al più presto misure compensative”.