La nuova finanza per competere

“In Friuli Venezia Giulia i prestiti bancari all’economia regionale a giugno 2019 sono cresciuti del 2,8% su base annua (1,8% la variazione percentuale a dicembre 2018). La dinamica è stata particolarmente positiva per le grandi imprese, mentre risultano in contrazione ed in peggioramento i prestiti alle piccole imprese (-4,9% a giugno 2019, 3,2% a dicembre 2018)”.

E’ questo uno dei dati più significativi illustrati da Cristian Vida, vice presidente vicario di Confindustria Udine, intervenuto questo pomeriggio a palazzo Torriani al convegno dal titolo “La nuova finanza per competere” promosso da Fondazione Nord Est, in collaborazione con Confindustria Udine e Azimut.

Vida, nel suo intervento, ha fotografato la situazione del credito in Friuli Venezia Giulia e in Italia riportando i dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confindustria Udine e dal Centro Studi di Confindustria in base alle rilevazioni statistiche di Banca d’Italia.

In Italia, dopo la parentesi complessivamente positiva per il credito nel 2018, i prestiti nei primi cinque mesi del 2019 hanno registrato andamenti eterogenei: debole crescita nel manifatturiero, +0,7%, e nei servizi, +1,1%, forte calo nelle costruzioni, -3,5%. I prestiti alle società di minore dimensione mostrano una maggiore contrazione rispetto a quelli per le grandi aziende.

“Secondo l’indagine della Banca d’Italia, nel secondo trimestre dell’anno in corso - ha proseguito Vida -, la quota di aziende manifatturiere che non ottengono i prestiti richiesti è scesa solo di poco (al 6,5%). La domanda di fondi da parte delle imprese, invece, ha ripreso a crescere ed è ben sopra i valori pre-crisi. In particolare aumentano le richieste per finanziare investimenti, coerentemente con la crescita (modesta) di questi ultimi nell’anno in corso. Il basso livello dei tassi di interesse, unito alla reintroduzione del superammortamento da aprile, ha contribuito, infatti, ad una crescita degli investimenti in macchinari e impianti da parte delle imprese (in Italia +2,7% nel secondo trimestre 2019 rispetto al primo trimestre 2019; +0,9% nel secondo trimestre 2019 rispetto allo stesso del 2018)”.

“La disponibilità di prestiti - ha aggiunto il vice-presidente vicario di Confindustria Udine - è attesa recuperare nella parte finale del 2019 e nel 2020. Due dei fattori principali che agiscono sull’offerta di credito, infatti, sono in miglioramento, ovvero i rendimenti sovrani, che si sono fortemente ridotti da giugno 2019, e le sofferenze nei bilanci bancari, in ulteriore calo quest’anno. Altri due fattori, però, continuano a frenare l’offerta di credito: la redditività bancaria che resta bassa e il clima di incertezza, creata dalla continua discussione su interventi regolamentari e di vigilanza”.

“Questi dati - ha commentato Vida - ci dicono che la la strada imboccata è quella giusta, ma che non possiamo ancora contare su una fiducia pienamente riacquisita. E, purtroppo, che la situazione più difficile è sempre quella delle aziende di piccole dimensioni. Per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese, stimolando gli investimenti e la crescita, anche la Regione Friuli Venezia Giulia ha messo a punto - oltre alla nuova operatività di Friulia - una serie di strumenti finanziari agevolati che davvero possono soddisfare a 360 gradi tutti i fabbisogni aziendali: dagli investimenti grazie al Frie, al Fondo di Sviluppo, alla Legge Sabatini FVG, alle esigenze di liquidità e consolido passività grazie alla sezione anticrisi del Frie, infine alle opportunità del sistema regionale delle garanzie”.

“Su questo ultimo aspetto, in qualità di presidente di Confidi Friuli - ha concluso Vida -, anticipo che una delle nostre prossime attività riguarderà segmenti di finanza strutturata: finanziare, cioè, la crescita e gli investimenti delle imprese tramite strumenti alternativi, diversificando l’esposizione finanziaria - oggi al 90% appannaggio delle banche - con l’emissione, ad esempio, di titoli da parte delle imprese stesse, destinati ad essere sottoscritti da altri investitori. Ciò a seguito e in conseguenza delle crescenti difficoltà delle aziende a finanziarsi tramite il classico canale bancario”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è stato anche l’intervento introduttivo al convegno tenuto da Carlo Stilli, direttore esecutivo Fondazione Nord Est, che ha posto l’accento su un sistema economico che era e rimane ancora sostanzialmente bancocentrico. “Siamo decisamente più indietro rispetto agli altri Paesi europei, e non sto parlando solo della Germania o della Gran Bretagna. A forme di finanziamento alternative si fa ricorso in misura molto ridotta e poco diffusa. Per questo la parola d’ordine è ‘alfabetizzazione’, sensibilizzare cioè gli imprenditori sulle nuove opportunità offerte dai canali alternativi di finanziamento. In questa fase, poi, diventa cruciale riuscire ad attrarre gli investimenti privati: la quotazione in Borsa non è l’unica via e il mondo del digitale ci sta proponendo strumenti di intervento innovativi”.

In tale ottica assume rilievo la partnership avviata tra Fondazione Nord Est e Azimut, la società indipendente di consulenza e gestione del risparmio, quotata alla Borsa italiana.  Davide Boldrin, Wealth Manager & Private Asset advisor di Azimut Capital Management Sgr Spa, ha ricordato la presenza nel NordEst di oltre 230 consulenti Azimut che gestiscono i patrimoni di circa 27mila tra famiglie e imprese, supportando in particolare quest’ultime nella fase di crescita in cui sempre più spesso è necessario trovare fonti alternative di finanziamento e nuovi strumenti per diversificare gli investimenti.

Il convegno è poi proseguito con l’analisi degli scenari economici e finanziari italiani a cura di Gianluca Toschi, ricercatore senior Fondazione Nord Est. L’economista si è, tra l’altro, anche soffermato sul rallentamento in atto dell’economia internazionale, dovuto in parte a una perdita di slancio dell’area Euro, e sulla precarietà del recupero della stessa già nel 2019; un recupero che passa anche attraverso la speranza di un accordo commerciale tra USA e Cina.

La conclusione dell’incontro è stata affidata a una tavola rotonda, coordinata da Paolo Zola, managing director Area Triveneto Azimut Capital Management Sgr Spa, cui hanno partecipato, portando le rispettive testimonianze aziendali: Michele Marin, CFO Lima Corporate; Paolo Coppetti, direttore amministrativo I.C.O.P. Spa, e Gianmarco Paglietti, responsabile Area progetti speciali Innexta.