Il decreto fiscale mette a rischio l’attività d’impresa e gli investimenti

“Un approccio repressivo, che criminalizza preventivamente chi fa impresa, scoraggia gli investimenti e potrebbe far chiudere un’infinità di aziende”.

Una bocciatura senza appello, quella della presidente di Confindustria Anna Mareschi Danieli, al decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio. L’Associazione degli Industriali di Udine fa fronte comune con le Confindustrie di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto contro il Dl Fisco. E’ l’intero mondo produttivo del Nord a scendere in campo.

“Combattere l’evasione fiscale in un Paese come il nostro è sacrosanto – spiega la presidente –, ma non è questo il modo. L’introduzione dell’ipotesi di confisca allargata, applicabile anche nel caso di un ordinario controllo fiscale, produrrebbe il blocco dei conti correnti aziendali senza che vi sia nemmeno una sentenza di primo grado. Il che significa blocco delle attività ordinarie delle imprese, dal pagamento degli stipendi ai fornitori. Come se non bastasse, se si collega questa misura di legge con l’entrata in vigore, al 1° gennaio 2020, delle nuove norme già approvate sulla prescrizione, emerge il rischio che le attività produttive restino sospese per tempi lunghissimi, a causa dei ben noti tempi della giustizia, con danni irreparabili anche nei casi in cui, successivamente, sia accertata la loro non colpevolezza”.

Il rischio concreto, dunque, è quello di ritrovarsi con le imprese sospese nell'ambito di un giudizio penale dai tempi infiniti con un danno, una volta accertata la loro eventuale non colpevolezza, non più riparabile.

“Ti mettono in ginocchio e ti fanno chiudere – rincara Anna Mareschi Danieli – prima che un tribunale abbia deciso se sei colpevole oppure no. E’ l’ennesima, gravissima, conferma di un approccio anti impresa, da parte di chi ci governa, che ha trovato applicazione anche nell’introduzione delle tasse sulla plastica, sullo zucchero, sulle auto aziendali. Qui però si va oltre, si arriva alla presunzione di colpevolezza, si criminalizza preventivamente chi fa impresa. Ditemi voi cosa devono pensare gli imprenditori che sono già alle prese con difficoltà di ogni tipo per competere e stare sul mercato. Per non parlare di eventuali investitori stranieri. Secondo voi, in un contesto del genere, già di per sé penalizzante, chi è così folle da venire a impiantare un’azienda in Italia?”.

“Al di là di questo – conclude la presidente degli Industriali della provincia di Udine – preoccupa molto un approccio ideologico, che si manifesta dall’inizio della legislatura − dal decreto dignità alle norme sulle crisi d’impresa, passando per le ultime leggi finanziarie, sino al decreto fiscale in discussione in questi giorni − che alimenta continuamente le divisioni tra componenti della società civile, come se tra cittadini ed imprese vi fosse una separazione ideologica nei comportamenti e nei valori. Il danno culturale, oltre che pratico, di questa mentalità è incalcolabile. La politica dovrebbe unire, non dividere. Dovrebbe costruire, non distruggere”.