Intervento della presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli

In questa situazione di emergenza sanitaria mi sono fermata un attimo e, in un momento di assunzione di quella forma di responsabilità che ho già definito materna, ho avuto una specie di illuminazione. Vi sconvolgerebbe se vi dicessi che ci sono grandi opportunità all’orizzonte?

Leggevo che le epidemie sono tra gli eventi con maggiore potenza di trasformazione. Ed è esattamente quello che stiamo vivendo e vedendo. I nodi stanno venendo al pettine. Tutto ciò che da tempo non funzionava nel nostro Paese adesso sta venendo a galla in maniera evidente.

Primo fra tutti, ora stiamo riscoprendo il valore della sanità pubblica. Noi italiani abbiamo un sistema sanitario che ci protegge. Non ho detto perfetto,  ma comunque che non ci lascia soli. Le tutele che ci assicura la nostra sanità pubblica, in un mix tra strutture pubbliche e private, non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle fornite da un sistema privatistico che si vorrebbe imporre a livello globale.

Nel tempo è successo per la sanità ciò che ora sta accadendo per le imprese: ovvero è passato un concetto di malasanità per autogiustificare un costante taglio alla spesa pubblica di questo settore, additata come costosa e ricca di sprechi.

Oggi le aziende sono considerate i nemici, i cattivi da controllare perché evasori, inquinatori e schiavisti. Passatemi la pesantezza delle affermazioni, ma è ora di dire le cose come stanno.

Oggi, in un’ottica emergenziale, stiamo pianificando assunzione di personale sanitario, aumento dei salari, riconoscimento delle ore di straordinario dei medici, formazione, prevenzione, aumento dei fondi per la ricerca scientifica e via dicendo.

Vogliamo davvero aspettare che anche le imprese chiudano o falliscano per vedere riconosciuto il contributo che le stesse danno all’intero Paese? Dobbiamo bloccare la creazione di ricchezza per capire che se non la si crea non è possibile nemmeno redistribuirla? Vogliamo vedere sigle sindacali, lavoratori e imprenditori tutti a casa per renderci conto che non si trattava di una gara? Abbiamo davvero bisogno di guardare imprenditori e dipendenti piangere insieme per la perdita del loro futuro e di quello dei loro figli per capire che siamo tutti dalla stessa parte?

Per una volta impariamo dai nostri errori. Usciamo da questa guerra globale ricostruendo un sistema più coerente, più razionale, più competente e soprattutto  più rispettoso, considerando che non saremmo mai riusciti ad uscire dall’incancrenita situazione del nostro Paese senza questa enorme opportunità.

Evviva l’Italia! Evviva il Friuli Venezia Giulia!

Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine