Anna Mareschi Danieli: “Riportare a casa, in Europa, know how, competenze, tecnologie e innovazione, rendendo competitivo il made in”

Webinar promosso da Confindustria Udine con Simest e Confidi Friuli per illustrare alle imprese gli strumenti di supporto all’internazionalizzazione

 

“Anche se mi rendo conto che è sempre più difficile confrontarsi con questo sistema anti impresa che ormai dilaga nel nostro paese, ritengo sia necessario, mantenendo viva la fiducia a tutti i costi, riportare a casa know how, competenze, tecnologia e innovazione. Dobbiamo sostenere i ‘campioni’ siti in Europa e crearne di nuovi. L’Italia ha bisogno che le proprie imprese siano competitive producendo a casa loro. E per casa intendo l’Europa. Per fare questo, in sintesi, abbiamo bisogno di riequilibrare le condizioni fra i Paesi membri - quindi nessuna competizione interna - e anche di riequilibrare le condizioni fra Europa e resto del mondo”.

E’ stato con un forte invito “ad un european reshoring, non fine a sé stesso e generalizzato, ma necessariamente incentivato dai governi degli Stati membri con criterio e secondo il valore aggiunto prodotto”, che la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, ha aperto il webinar dal titolo “Confindustria Udine, Simest Spa e Confidi Friuli: un supporto alle aziende nei loro processi di internazionalizzazione”, promosso dall’Associazione degli industriali friulani.

Mareschi Danieli, che è anche componente del Cda di Simest, ha parlato della necessità “di un reshoring economicamente sostenibile, il quale, unito all’efficienza, al know how e all’esperienza dei players interni, rappresenta l’unico modo per riportare l’Europa all’apice dell’industria globale. Le imprese andranno poi ovviamente protette, perché il made in Europe è già oggi riconosciuto in tutto il mondo, e gli standard europei sono presi come esempio a cui tendere ovunque”.

Nel suo intervento la presidente ha ricordato gli ultimi mesi di lotta contro un nemico invisibile: “Seppur feriti in maniera pesante, dobbiamo reagire e sappiamo che solo evolvendo e quindi investendo ce la faremo. L’obiettivo di questo incontro è uno solo: far capire che le opportunità ci sono e che più conosciamo il sistema, più possiamo utilizzarlo a nostro sostegno”.

Mareschi Danieli ha altresì voluto inquadrare il terreno di gioco sul quale le aziende italiane si stanno muovendo.  Secondo il Centro Studi di Confindustria nel primo trimestre di quest’anno il Pil in Italia ha subito un crollo del -4,7%. La produzione industriale è calata del -28% a marzo rispetto a febbraio, e del -23% ad aprile rispetto a marzo. In media d’anno il Pil italiano è stimato cadere del -9,6% quest’anno per poi espandersi del +4,8% nel 2021.

Gli investimenti potrebbero registrare una caduta senza precedenti del -15,5% quest’anno per recuperare parzialmente, +9,1%, nel 2021. I consumi, congelati dalle misure anti-contagio a marzo-aprile, hanno attenuato la caduta a maggio anche se resterà prudente la gestione dei bilanci familiari (-14% la spesa nel primo semestre). Con un recupero nel secondo semestre. Le esportazioni si ridurrebbero del -14,2% nel 2020 per poi espandersi del 8,4% nel 2021. L’estensione eccezionale della cassa Integrazione quest’anno permetterà una parziale salvaguardia dei posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione salirà dal 9,9% del 2019 all’11,1% quest’anno, ma non scenderà il prossimo (11,3%).

Il percorso di ripresa è e sarà lento – ha osservato la presidente - perché la crisi sta investendo tutti i Paesi con effetti sul commercio mondiale già rallentato nel 2019 dalle dispute tra Cina ed USA con l’altalenante guerra dei dazi. Il ritorno a quella che non possiamo più chiamare normalità, ma che definirei alla nuova normalità, sta avvenendo in maniera graduale. Ora il padrone è il mercato. Nell’area euro si prevede un Pil al -8% nel 2020, che rimbalzerà ad un +4% nel 2021, nell’area USA, invece, grazie ad un marcato stimolo fiscale, la situazione recupererà più rapidamente: da un -7% nel 2020, ad un +5% nel 2021”.

“Anche a fronte di questi dati, Confindustria Udine - ha aggiunto Mareschi Danieli – ritiene l’internazionalizzazione un fattore di successo delle imprese del nostro territorio, assieme all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità economica e ambientale ed alla formazione. Le opportunità ci sono, più conosciamo il sistema più possiamo utilizzarlo a nostro sostegno”.

A tale riguardo Francesco Tilli, responsabile external relations di Simest spa, ha ricordato come Simest sia la società del Gruppo CDP controllata al 76% attraverso SACE e partecipata al 24% dalle principali banche e associazioni di categoria il cui obiettivo sia proprio quello di favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in particolare delle PMI. “Siamo la società - ha sottolineato Tilli – che, con Sace, assicura il sostegno finanziario all’export e all’internazionalizzazione delle imprese italiane”.

Simest - ha ricordato Tilli - accompagna le imprese italiane lungo tutto il ciclo di internazionalizzazione, dalla prima valutazione di apertura a un nuovo mercato fino all’espansione, con investimenti diretti. Tra le linee di attività Tilli ha ricordato i finanziamenti a tasso agevolato per l’internazionalizzazione; gli investimenti in equity e il supporto del credito all’export.  

Dal canto suo, Carlo Di Vito, responsabile Area Crediti di Confidi Friuli, ha sottolineato, tra l’altro, come Confidi Friuli operi da diversi anni a supporto delle imprese che sviluppano parte delle proprie attività verso clientela estera.

“Tale operatività - ha aggiunto Di Vito - si concentra prevalentemente nell’ambito della concessione di garanzia su linee di credito all’esportazione. Si tratta dunque di attività a sostegno del capitale circolante operativo che ricomprende i finanziamenti delle esportazioni e bondistica (es. A.P. Bond, Performance Bond).

Tale operatività è condivisa con gran parte degli Istituti di credito convenzionati con Confidi Friuli, nell’ambito delle convenzioni vigenti.

Nel 2019 il Confidi Friuli ha garantito linee di credito finalizzate specificatamente all’attività con l’estero per complessivi 12milioni179mila euro, di cui circa l’80% a favore di micro e piccole imprese con vocazione all’export.