Export primo trimstre 2020 in provincia di Udine: -8,6%, persi 130 milioni di euro rispetto allo scorso anno

Pesa l’effetto Covid nel primo trimestre 2020 sulle esportazioni della Provincia di Udine che, avendo la più elevata propensione all’export, risulta tra le province che hanno subito il calo maggiore a seguito del lockdown, perdendo quasi 130 milioni di euro rispetto al primo trimestre dello scorso anno, passando da 1.503 a 1.373 milioni di euro.

La variazione percentuale negativa, -8,6%, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Istat, è superiore a quella nazionale, -1,9%, del Nord Est, -2,5%, e del FVG, -1,3%. In quest’ultimo caso, l’andamento è influenzato dalla cantieristica navale, che ha una elevata variabilità del valore nel tempo, e che evidenzia un incremento trimestrale pari al +37,8%. Al netto di tale contributo la flessione regionale è pari al -5%

La bilancia commerciale udinese si mantiene comunque positiva, pari a 626 milioni di euro, a seguito anche del calo delle importazioni (-15%, da 879 a 747 milioni di euro).

Il crollo delle esportazioni di questa prima parte dell’anno in corso si è inserito in un contesto di indebolimento del commercio mondiale che ha visto un significativo calo nell’ultimo trimestre del 2019 (-5,7% la variazione trimestrale dell’export friulano rispetto allo stesso periodo del 2018).

Esaminando i principali settori, i cali maggiori nel primo trimestre 2020 sono registrati dal comparto della produzione di macchinari, -18% (da 336 a 276 milioni di euro), dai prodotti della metallurgia, -14,7% (da 410 a 350 milioni di euro), dai mobili, -10,4% (da 112 a 100 milioni di euro), apparecchiature elettriche, -21,9% (da 63 a 50 milioni di euro) e dai prodotti alimentari, -4% (da 66 a 64 milioni di euro). In crescita le vendite all’estero di prodotti in metallo, +2,8% (da 140 a 144 milioni di euro), prodotti chimici, +18,3% (da 49 a 59 milioni di euro), articoli in gomma e materie plastiche, +5,5% (da 64 a 67 milioni di euro).

L’analisi per mercato di sbocco evidenzia che la Germania, primo paese di destinazione dell’export con una quota pari al 15,6% del totale (in calo rispetto al 2019, 17,0%), ha registrato nei primi tre mesi del 2020 una marcata contrazione, -16,1%, da 255 a 214 milioni di euro.

Seguono Austria (+4,9%, da 113 a 118 milioni di euro), Stati Uniti (-16%, da 131 a 110 milioni di euro), Francia (-6,3%), Spagna (-5,5%), Slovenia (+0,1%), Polonia (+11,3%), Regno Unito (-26,3%).

Nel secondo trimestre 2020 la dinamica delle esportazioni sarà per certo ancora più pesantemente condizionata dalle misure di contenimento che hanno determinato il blocco di gran parte dei siti produttivi e delle vendite sui mercati esteri.

La rapidità del recupero nella seconda metà dell’anno dipenderà sia dall’evoluzione dei contagi della pandemia sia dalla velocità di risposta delle politiche economiche varate dalle istituzioni per sostenere i mercati e i consumi.