Il commento della presidente Mareschi Danieli dopo l’intesa sul Recovery fund: “Opportunità storica per cambiare l’Italia”

“L'intesa sul Recovery fund è un ottimo risultato per l'economia italiana e rappresenta un’opportunità storica per cambiare l’Italia”. E’ questo il primo commento di Anna Mareschi Danieli in seguito all’accordo appena raggiunto in sede europea.

“Ricordo – prosegue la presidente di Confindustria Udine - che, dal 1948 al 1951, il Piano Marshall varato per risollevare il paese dalle macerie della Seconda guerra mondiale ammontava a 1,2 miliardi di dollari, pari a 89 miliardi attuali. Con il Recovery fund, su complessivi 750 miliardi messi in campo dall’Europa, 209 (82 a fondo perduto - di cui 55 da rimettere nel budget europeo, quindi 27 realmente a fondo perduto - e 127 in prestiti) sono riservati all’Italia, che porta a casa il 28% delle risorse stanziate. Adesso il Governo ha l’obbligo di mettere a punto entro il 15 ottobre un Piano Nazionale di riforme che dovranno passare al vaglio della Commissione. Il primo nostro auspicio sembra quindi essere stato confermato: i fondi sono ben condizionati”.

“Proprio per questo motivo ci aspettiamo che il confronto per la definizione del Piano coinvolga tutte le forze politiche nella sede deputata, che è il Parlamento, perché abbiamo bisogno di affrontare il futuro con la massima unità possibile. Ci attendiamo che gli investimenti che ne deriveranno siano fluidi e rapidi anche perché ragionevolmente i fondi non arriveranno prima di giugno 2021. Siamo giustamente osservati speciali da parte dell’Europa, che si è dimostrata finalmente solidale”.

“Non è più il tempo delle parole – sottolinea la presidente - ma dobbiamo passare ai fatti. Molte delle risorse stanziate sono a debito. Altro debito che si somma al gigantesco fardello che già ci portiamo sulle spalle. Soldi che prima o poi dovremo restituire. Lo potremo fare soltanto recuperando produttività che a sua volta farà aumentare il PIL”.

“Le imprese italiane hanno molto di ciò che serve per competere in maniera sana sul mercato europeo e globale: efficienza, internazionalizzazione, propensione all’export, flessibilità ai cambiamenti. Ora vanno rialzati i fatturati in sofferenza a causa covid e a causa della recessione degli ultimi anni, va incentivato il Made in Europe da imprese europee attraverso politiche di reshoring, va difeso il mercato da comportamenti lesivi della concorrenza leale, vanno concessi incentivi governativi ai settori strategici del nostro paese come l’automotive, va data una spinta decisiva alla digitalizzazione, va riformata la scuola per dare ai nostri ragazzi una opportunità di formazione di livello e congrua alla rapidità di evoluzione del mondo attuale senza dimenticarci di supportare le famiglie, altrimenti il problema non sarà più il formare in maniera adeguata, ma diventerà il fatto che non avremo più nessuno da formare”.