Incentivi e rischi di concorrenza impropria tra le imprese

I poli di sviluppo, successivamente trasformatisi in Consorzi per le aree di sviluppo industriale, nacquero principalmente per concentrare più industrie in un unico insediamento territoriale già in possesso dei prerequisiti essenziali in modo da creare sinergie fra piccole, medie e grandi imprese e quindi favorire l’indotto.

Va da sé che questa concezione di fondo non ha portato ai risultati sperati fino a quando si è continuato a giustificare una concezione diffusiva dello sviluppo industriale in contraddizione con la logica della polarizzazione. Si pensi però a quelle imprese che nacquero in territori di difficile sviluppo industriale e che tennero in vita (e tengono in vita tutt’ora) intere comunità. In FVG, per esempio, subiamo l’enorme problema dello spopolamento delle aree montane (tanto che la Regione ha stanziato somme interessanti per evitarlo) e il non concedere condizioni finanziarie eque allo sviluppo industriale delle imprese di queste aree non farà che aggravare irreversibilmente questa tematica e rendere vani gli interventi atti ad evitarlo. Ciò a cui mi riferisco sono le operazioni di ampliamento o comunque di potenziamento dell’organizzazione produttiva, che incontrano condizioni finanziarie, per effetto degli incentivi concessi agli insediamenti che insistono sui Consorzi industriali, diversificate a seconda della localizzazione, traducendosi in forme latenti di concorrenza impropria tra imprese.

Per mantenere vive le realtà industriali che insistono su aree extra D1 (esterne ai confini dei Consorzi di sviluppo industriale) e le comunità del circondario, fondamentale è la parità di trattamento rispetto agli incentivi allo sviluppo produttivo (si badi bene: esclusi nuovi insediamenti proprio per non indebolire la capacità propulsiva dei Consorzi stessi). Non si tratta di rivedere o di posporre nell’ordine di priorità le politiche industriali, ma di evitare l’effetto opposto di depotenziare fino a rendere non economicamente sostenibili le possibilità di sviluppo delle imprese esistenti.

E’ attualmente in corso un costruttivo confronto con la Regione su questo tema di fondamentale importanza, per far sì che SviluppoImpresa tenga conto di questo aspetto così importante per il FVG. Siamo fiduciosi, vista la ragionevolezza della richiesta degli industriali e la sensibilità dimostrata dalla nostra Regione su questi temi strategici.

Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine