Industria metalmeccanica in ripresa

La diffusione sempre più ampia della campagna vaccinale, l’allentamento delle restrizioni e le misure finanziarie di sostegno alle famiglie e alle imprese colpite dalla pandemia da Covid-19 stanno delineando un quadro economico in positiva evoluzione.

Tutti i principali istituti internazionali di ricerca, infatti, prevedono che la ripresa dell’economia mondiale e italiana sarà superiore alle precedenti stime.

Per l’Italia il Centro Studi di Confindustria prevede per il 2021 una crescita del Pil del 4,6%. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), concepito proprio per dare attuazione al programma Next Generation EU, rappresenta un’occasione imperdibile per fornire una risposta alle principali sfide che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni. Per una crescita più robusta dell’economia italiana rispetto alle attuali previsioni, sarà determinante l’effettiva attuazione del piano.

 

Produzione industriale

Nel primo trimestre del 2021 l’attività produttiva metalmeccanica italiana ha registrato un marcato recupero rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, +15,6%, scontato visto il blocco delle attività produttive registrato a marzo 2020. L’incremento della metalmeccanica è stato, comunque, più accentuato rispetto a quanto fatto registrare dall’intero comparto industriale, +8,3%.

Sempre con riferimento al primo trimestre 2021, la produzione metalmeccanica è mediamente cresciuta dello 0,8% rispetto al quarto trimestre del 2020.

Il progressivo miglioramento dell’attività, iniziato a partire dai mesi estivi del 2020, è proseguito fino a tutto il primo trimestre dell’anno in corso che evidenzia volumi di produzione solo di poco superiori al punto percentuale rispetto ai livelli pre-pandemici.

L’Italia, che nei mesi di lockdown aveva, infatti, registrato i risultati peggiori, successivamente si è riportata in linea con gli altri principali paesi per poi collocarsi su livelli significativamente superiori: nel mese di marzo, i volumi di produzione metalmeccanica sono stati pari al 98,8% rispetto a quelli pre-Covid (gennaio 2020), mentre in Germania si sono attestati al 93,2% e in Francia e Spagna, rispettivamente, al 92,1?ll'89,9%.

Il miglioramento osservato per l’industria metalmeccanica ha interessato tendenzialmente tutte le attività dell’aggregato che hanno evidenziato aumenti a doppia cifra.

Nel dettaglio, nel primo trimestre 2021 rispetto al primo trimestre 2020 si sono avute dinamiche positive per le produzioni di Altri mezzi di trasporto (+11,2%), Macchine e apparecchi meccanici (+12,0%), Computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione (+13,8%). La fabbricazione di Prodotti in metallo e le attività della Metallurgia sono aumentate rispettivamente del +16,1?el 16,4%, mentre più marcati sono stati gli incrementi per le fabbricazioni di Autoveicoli e rimorchi (+23,0%) e di Macchine e apparecchi elettrici (+24,3%).

 

Commercio Estero

In questi primi mesi del 2021 il commercio mondiale ha evidenziato segnali di ripresa con effetti positivi anche sul nostro interscambio commerciale.

Le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del +8,9% rispetto allo stesso periodo del 2020 grazie principalmente al significativo incremento (+16,2%) dei flussi diretti verso i paesi dell’Unione Europea, mentre verso i mercati esterni all’area l’aumento è stato molto più contenuto (+1,0%).

L’export è cresciuto anche rispetto al primo trimestre 2019, +0,8%.

 

Criticità: personale e materie prime

All’interno di questo quadro positivo restano due criticità: le difficoltà a trovare personale qualificato (in particolare tecnici di base oltre a quelle con competenze tecnologiche avanzate/digitali) e il costo e la reperibilità delle materie prime.

Con riferimento a quest’ultimo punto, le motivazioni alla base dei rincari delle materie prime sono molteplici. Innanzitutto la repentina ripresa economica della Cina che, uscita prima degli altri paesi dalla crisi, ha iniziato ad acquistare materie prime di ogni tipo sia per la produzione corrente sia per una strategia di accumulo riducendone, nel contempo, le esportazioni. La dinamica dei prezzi è stata altresì determinata dal significativo aumento della domanda statunitense e da interventi speculativi di alcuni fondi che hanno colto la possibilità di guadagno, quantomeno nel breve periodo.

Oltre a questo, i prezzi dei metalli industriali sono stati condizionati al rialzo da altri fattori che hanno rafforzato le attese di ripresa dell’economia globale (piano NGEU e processo di transizione green, maxi-piani di stimolo fiscale in USA, rapida diffusione della campagna vaccinale contro il coronavirus).

Ad una situazione già molto preoccupante, si aggiungono un’impennata dei prezzi dei noli dei container e l’allungamento dei tempi di movimentazione delle merci nei porti causati dall’inasprimento dei controlli e dall’eccessivo utilizzo del trasporto marittimo, che in questi mesi ha dovuto farsi carico di parte del traffico cargo aereo.

Con riferimento ai principali metalli industriali utilizzati nell’attività produttiva metalmeccanica, le quotazioni del rame, dopo il minimo raggiunto nel mese di aprile 2020, in un anno sono cresciute dell’84,4% raggiungendo quasi i 10mila $/tonnellata, quotazione massima da dieci anni a questa parte. Rispetto al periodo pre-pandemico (gennaio 2020) l’incremento è stato del 54,6%. Simile andamento si riscontra per l’alluminio i cui prezzi sono aumentati del 58,8% rispetto ad aprile 2020 e del 30,8% nel confronto con gennaio 2020.

Per quanto riguarda lo stagno, ad aprile 2021 le quotazioni sono cresciute dell’89,4% rispetto all’analogo mese dell’anno precedente e sono ben oltre i livelli pre-pandemici (+66,4%). Diversamente, i prezzi dello zinco negli ultimi dodici mesi hanno evidenziato un trend più altalenante registrando comunque ad aprile di quest’anno un incremento tendenziale del 48,7% mentre rispetto a gennaio 2020 la variazione è stata pari al +20,2%.

Il minerale di ferro, elemento alla base della produzione di acciaio, evidenzia una dinamica dei prezzi fortemente crescente anche se caratterizzata da oscillazioni in corso d’anno. Ad aprile 2021 la quotazione è più che raddoppiata rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+112,3%) ed è significativamente al di sopra dei livelli pre-covid (+87,7%). Per quanto riguarda il petrolio, i prezzi al barile da inizio pandemia hanno registrato una forte caduta fino ad aprile 2020 (-63,4%), la successiva ripresa è stata frenata dalla seconda ondata del virus e a partire dagli ultimi mesi del 2020 la dinamica è stata crescente collocandosi, diversamente dalle altre materie prime, appena sopra i livelli antecedenti la crisi sanitaria (+1,9%).

 

Provincia di Udine

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine sui risultati dell’indagine trimestrale, l’industria meccanica provinciale, dopo la crescita registrata nel 2017 (+3,1% la variazione tendenziale annua), la decelerazione nel 2018 (+1,8%) e nel 2019 (+0,6%), la caduta nel 2020 (-7,6%), nel primo trimestre 2021 ha segnato un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, +3,4%, e al quarto trimestre 2020, +3,3%.

L’industria siderurgica, dopo un biennio 2017-2018 positivo (+2,1% la variazione tendenziale), una frenata nel 2019 (-3,5%) e forte contrazione nel 2020 (-8,7%), ha riportato un forte rimbalzo, sia tendenziale, +8,1%, che congiunturale, +14,1%.

Sempre nel primo trimestre 2021, le esportazioni metalmeccaniche friulane sono cresciute del +2,8% rispetto ai primi tre mesi del 2020, ma sono calate del –10,5% rispetto al primo trimestre 2019. Rispetto al periodo pre-covid ha tenuto il comparto della metallurgia mentre hanno sofferto quelli dei macchinari, delle apparecchiature elettriche e degli autoveicoli.

Per i prossimi mesi sono attesi ulteriori recuperi dell’attività produttiva anche se permane un clima d’incertezza strettamente connesso all’evoluzione della pandemia per eventuali varianti che potrebbero portare a nuove restrizioni e al costo e reperibilità delle materie prime che sta condizionando significativamente la produzione metalmeccanica che è il principale settore utilizzatore di metalli industriali.