Dragaggi Porto Nogaro, la Regione annuncia il via ai lavori da novembre

Lunedì 25 luglio, a palazzo Torriani, l’assessore regionale alla Difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, il direttore centrale Massimo Canali e il progettista Andrea Cocetta hanno presentato il piano dei dragaggi per Porto Nogaro, nel tratto di canale a mare fuori delle dighe foranee di Porto Buso. Tale intervento è volto a rimuovere l’attuale limitazione di –5,50 metri e riportare il pescaggio minimo a –6,20 metri.

“Il nostro vuole essere al tempo stesso un auspicio e un appello, affinché i dragaggi vengano avviati nel più breve tempo possibile e con un timing preciso”. È quanto ha rimarcato Piero Petrucco, vicepresidente vicario di Confindustria Udine, aprendo l’incontro di palazzo Torriani.

Secondo quanto annunciato dall’assessore Scoccimarro (leggi nota ARC), i dragaggi nell'area di Porto San Giorgio partiranno nel prossimo novembre, dopo aver superato le criticità che negli scorsi mesi avevano rallentato l'iter per l'avvio dei lavori. Un'opera importante e attesa da oltre tre anni, in un'area che era stata oggetto di sequestro e per la quale, dopo aver ottenuto l'autorizzazione all'accesso per effettuare una caratterizzazione dei sedimenti, verrà chiesto il dissequestro per poter concretizzare l'esecuzione dell'intervento.

I dragaggi, dal costo complessivo di 3,5 milioni di euro per una durata stimata di sei mesi, porteranno a estendere il canale a mare esterno alle dighe di Porto Buso fino a 35 metri di larghezza e 7,5 metri di profondità e verrà eseguito dall'ufficio speciale per i dragaggi di Monfalcone, Porto Buso e Marano Lagunare.

A capo della struttura, come ha spiegato l'esponente dell'Esecutivo, la Regione ha nominato l'ammiraglio Aurelio Caligiore, il cui impegno verrà supportato dal gruppo di consorzi con cui la Giunta ha approvato uno schema di convenzione. 

Nella settimana entrante, il gruppo di lavoro potrà procedere con la stipula dei necessari atti di impegno finanziario per dare impulso all'azione amministrativa del Commissario.

Petrucco ha ringraziato l’assessore Scoccimarro, l’ingegnere Canali e la Regione per la disponibilità dimostrata a seguire “la irrisolta vicenda di Porto Nogaro”, che nonostante i lavori di dragaggio effettuati sull’intero canale navigabile per circa 15 chilometri, per riportare il pescaggio a –7,5 metri (correval’anno 2017) e gli altri interventi di ripristino della segnalazione luminosa per la navigazione in sicurezza, la sistemazione degli argini e l’allargamento del bacino di evoluzione della banchina Margreth, “continua ancora ad essere penalizzato nei suoi traffici per effetto del limite di pescaggio a –5,50 metri, che persiste dal 2019 a seguito dell’incagliamento di una motonave nei pressi del canale di accesso di Porto Buso nel febbraio di quell’anno”.

La penalizzazione per gli operatori marittimi e per le imprese del territorio è evidente e dura ormai da molto, troppo tempo. Petrucco ha infatti ricordato come, attualmente, in porto possono entrare solo navi più piccole di quelle che potrebbero avervi accesso, naviglio oggi difficile da reperire sul mercato, o navi che si sono in precedenza alleggerite di parte del carico al porto di Monfalcone, quindi, con aumento di costi e perdita di competitività dello scalo portuale friulano e di tutto l’indotto che vi ruota intorno. La situazione critica è tanto più accentuata oggi, considerato che il principale flusso merceologico che insiste su Porto Nogaro, quello delle bramme, ha dovuto per forza di cose cambiare i mercati di approvvigionamento, dovendo quindi utilizzare navi di maggiori dimensioni, che provengono da India e Brasile, invece che dalla più vicina Ucraina.

“Il completamento dei lavori di ripristino nell’area del canale di accesso a Porto Buso, oggi sottoposta a provvedimento giudiziario, è quindi fondamentale – ha concluso il vicepresidente vicario - per riportare almeno a –6,20 metri il pescaggio, ma auspicabilmente fino ai –7,50 metri previsti dagli accordi del 2001”, secondo una programmazione di lavori di manutenzione periodica che deve garantire continuità nel tempo”.