Konstantinos Karachalios: "L'uso esteso dell'intelligenza artificiale permetterà alla manifattura italiana di salire ancora più in alto e sfruttare appieno il suo potenziale"

Per l’Italia sembra essere arrivato il momento giusto di trasformarsi in uno Stato digitalizzato, attuando riforme sia strutturali che settoriali in uno sforzo comune per trasformare la società nel suo complesso.

Grazie anche all’iniziativa di un cloud europeo federato sullo spazio dati che diventerà un fattore chiave per l’adozione dell’IA nel sistema produttivo italiano, l’uso esteso dell’Intelligenza artificiale consentirà al settore manifatturiero italiano - il secondo in Europa - di salire ancora più in alto e sfruttare appieno il suo potenziale. Lo scenario finale è che l’Italia diventi un polo di ricerca e innovazione dell’Intelligenza artificiale a livello mondiale, con le aziende italiane alla guida della ricerca e dell’innovazione basata sull’IA”.

Parola di Konstantinos Karachalios, managing director alla IEES SA - il prestigioso organismo internazionale che sviluppa da oltre un secolo standard globali in una vasta gamma di settori, tra cui anche quelli dei sistemi di IA - che, ospite questo pomeriggio a palazzo Torriani dell’evento di Confindustria Udine incontra” dal titolo “Advancing technology for the benefit of humanity”, ha dispensato fiducia sul futuro tecnologico del nostro Paese. 

Se questo è il quadro - ha sottolineato la vicepresidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli -, allora, il nostro compito è quello di continuare a diffondere conoscenza e favorire l’implementazione consapevole delle nuove tecnologie nelle imprese di ogni dimensione e settore del nostro territorio. Per questo, non da oggi, insistiamo con iniziative dedicate all’adozione dell’AI nei processi aziendali”.

Già perché, per quanto riguarda le applicazioni industriali sui processi, “sicuramente - ha aggiunto Mareschi Danieli - c’è ancora molta strada da fare, ma ciò non toglie che attraverso l’IA si stiano ridefinendo le modalità di fare impresa in maniera più pulita, più sicura, a più alto valore aggiunto, creando prodotti e servizi sempre più rispondenti alle necessità dei consumatori e più durevoli nel tempo”.

Del resto, il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia è cresciuto del 27 per cento nel 2021, raggiungendo quota 380 milioni di euro, un valore raddoppiato in appena due anni, di cui il 76 per cento commissionato da imprese italiane (290 milioni) e il restante come export di progetti (90 milioni). Secondo un’analisi di Eurostat, all’interno dell’Ue solo due aziende su dieci usano l’intelligenza artificiale: in Italia il dato scende addirittura al 6 per cento. “Ma c’è da considerare - ha evidenziato la vicepresidente di Confindustria Udine - che il nostro è un mercato che ha fortissime potenzialità: si pensi che Assintel ha stimato che produrrà una crescita del 40% sul triennio 2021-23”.

“La maggior parte delle piccole e medie imprese - ha convenuto Karachalios - non ha la conoscenza della gestione dei dati e le competenze digitali necessarie per capire come sfruttare i dati esistenti. È qui che entra in gioco l'Iniziativa GAIA-X, che mira a promuovere un'economia dei dati attraverso la costruzione di un cloud europeo federato. Questo cloud permetterà alle aziende e alle istituzioni pubbliche di condividere dati e servizi digitali in aree prioritarie di sviluppo come la manifattura, l'economia circolare, il settore automobilistico, la sanità, l'agricoltura e il turismo, dove l'Italia ha un vantaggio competitivo”.

Mareschi Danieli e il managing director di IEEE SA hanno poi toccato anche un altro aspetto strategico dell’IA, quello relativo alla sua regolamentazione

“È pacifico il fatto - ha osservato Mareschi Danieli - che la diffusione di queste tecnologie è inarrestabile e per certi versi difficilmente prevedibile, ma, come tutte le rivoluzioni epocali, anche l’intelligenza artificiale è divisiva. C’è chi la considera una grande opportunità per il benessere umano e chi, invece, una minaccia: tutte le parti in causa concordano però sul fatto che vada urgentemente regolamentata. Tuttavia, c’è una grande differenza fra il voler automatizzare processi industriali pericolosi, sporchi e faticosi oltre che routinari a scarso valore aggiunto e il voler manipolare la mente dell’umanità (caso in cui nasce la necessità di normarne il metodo). Starà proprio a chi definisce gli standard che saranno poi la base delle normative nazionali ed internazionali tenere presente il contesto di applicazione in modo da non rischiare di bloccare il progresso tecnologico a vantaggio fra l’altro di quei paesi che di etica proprio non si occupano".

Da qui anche l’impegno di IEEE SA a regolamentare, anche eticamente, il mercato dell’intelligenza artificiale. Al riguardo Karachalios ha affermato di essere tra coloro che sostengono che “la tecnologia non è neutrale, non è apolitica, ma che spesso è trasformativa e dirompente. È sempre più difficile, infatti, per le comunità tecno-scientifiche, che creano gli strumenti e le tecnologie che consentono queste pratiche pervasive, continuare a fingere di essere responsabili solo della creazione di sistemi “tecnicamente funzionanti”, ignorando i problemi contestuali che ne derivano. Dunque, per servire veramente l’umanità, è necessario qualcosa di più: l’illuminazione etica della trasformazione digitale”.

Karachalios ha dato atto a Confindustria di essere al passo con gli ultimi sviluppi: “La sua presa di posizione sul “Ruolo dell'IA” è a dir poco perspicace, proponendo un approccio pratico per l'integrazione dei sistemi intelligenti nel processo industriale e nell'innovazione, in modo da cambiare in meglio il rapporto tra uomo e macchina, aprendo la strada all'intelligenza collaborativa”.  

“Una cosa, però – ha però ammonito il managing director di IEEE - diventa sempre più chiara: se ci accontentiamo della mera difesa e della gestione del rischio, queste tecnologie saranno utilizzate per raggiungere obiettivi che potrebbero non piacerci affatto. Quindi, la questione non è se, ma come noi, attori dell'ingegneria e delle scienze, possiamo assumerci la nostra parte di responsabilità e lavorare con tutte le parti in causa (scienziati, politici, società civile, artisti, sindacati dei lavoratori) per risolvere in maniera olistica quelle grandi sfide che l'umanità e i nostri sistemi democratici stanno affrontando”.

La buona notizia è che diverse associazioni professionali scientifiche hanno già iniziato ad affrontare aspetti che vanno oltre la loro professione, come ad esempio gli aspetti etici delle tecnologie. A tale proposito Karachalios ha illustrato il lavoro svolto dall’IEEE in questo ambito. Nel 2015 l’Associazione ha avviato la Global Initiative on Etichal Aspects of AI System, che conta migliaia di membri in tutto il mondo. La creatività collettiva di questa comunità ha prodotto un libro di successo nel campo dell’etica dell’IA intitolato “Ethically Alligned Design”.

Parallelamente le comunità dell'Iniziativa Globale hanno avviato una serie di progetti di standardizzazione e schemi di certificazione, sensibilizzando al contempo l'opinione pubblica con campagne e attività educative su misura. Dopo anni di lavoro persistente e collettivo, dal basso verso l'alto e guidato da un consenso aperto a livello globale, diversi progetti di punta critici stanno per essere completati. A tale proposito, Karachalios si è soffermato sul modello di processo IEEE 7000 per la gestione delle problematiche etiche durante la progettazione dei sistemi. Passando dai principi alla pratica il managing director ha poi citato, tra gli altri, IEEE "CertifAIEd", che consiste in quattro serie dettagliate di specifiche per valutare la qualità dei sistemi decisionali algoritmici, il modello IEEE 7010 per valutare l’impatto dei sistemi di IA sul benessere umano; il modello IEEE P2874 per re-immaginare e re-ingegnerizzare Internet, nonché il modello IEEE2089-2021 che stabilisce una serie di processi per lo sviluppo di servizi digitali adeguati all’età per situazioni in cui gli utenti siano bambini. Aspetti sui quali è intervenuta, per un approfondimento, anche Irene Kitsara, European Standardization Initiatives Director di IEE.

“La CE, l’ISO, i governi, le municipalità e molte altre istituzioni e organizzazioni mostrano un grande interesse nell’adottare e utilizzare questo standard. Abbiamo dunque le armi necessarie – ha concluso Karachalios - per combattere gli incubi dell’avanzamento tecnologico senza alcun riguardo per la qualità della vita. Dobbiamo andare avanti con la determinazione e la consapevolezza di essere all’altezza delle grandi sfide e delle grandi opportunità che ci attendono, a condizione di assumerci la nostra responsabilità morale”.