Report economia FVG

PRODUZIONE INDUSTRIALE

Nel terzo trimestre 2022 la produzione industriale regionale (elaborazione Ufficio studi Confindustria Udine) è diminuita del 5,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e del 10,8% rispetto ai tre mesi precedenti.

Le imprese della regione, dopo un primo semestre positivo (+0,7% rispetto ai primi sei mesi del 2021) che ha evidenziato la buona tenuta e la resilienza del comparto manifatturiero, che aveva superato il gap produttivo dovuto alla pandemia, scontano ora gli effetti dei costi energetici e dell’incertezza a seguito del conflitto in Ucraina.

Anche la dinamica del portafoglio ordini risulta in decisa flessione: -9,4% rispetto allo scorso anno e -12,1% rispetto a tre mesi fa.

Segnali preoccupanti anche riguardo l’utilizzo degli impianti produttivi, con un tasso sceso dall’83,9?l primo semestre al 77,5?l terzo trimestre.

Con riferimento ai singoli comparti, in deciso calo la produzione nell’industria siderurgica (-11,1% rispetto al terzo trimestre 2021), del legno e del mobile (-12,3%), della carta (-8,4%), dovuto anche a blocchi produttivi per picchi dei prezzi dell’energia. Minore la flessione nella meccanica (-1,6%). In aumento l’alimentare (+12,9%) che ha beneficiato dell’ottima stagione turistica estiva.

 

EXPORT

Nel periodo gennaio-settembre del 2022 le esportazioni del FVG, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Istat, sono aumentate del 22,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (da 13.259 a 16.226 milioni di euro) a fronte di un incremento delle importazioni del 32,5% (da 6.872 a 9.106 milioni di euro).

Nel Nord Est l’export nei primi nove mesi dell’anno è cresciuto del 17,7%, in Italia del 21,2%.

Nel trimestre estivo (luglio-settembre) le esportazioni hanno registrato un incremento tendenziale del 9,6%, risultato ancora positivo, ma in decelerazione rispetto ai trimestri precedenti (primo trimestre +51,1%, secondo trimestre +16,2%).

Si segnala che il valore dell’export pro-capite nel terzo trimestre è il più elevato in assoluto tra le regioni italiane.

L’aumento degli ultimi mesi è stato influenzato in particolare dalla crescita dei prezzi piuttosto che da un incremento dei volumi esportati.

Analizzando nel dettaglio la manifattura regionale, emerge come la filiera dell’industria metalmeccanica, che pesa per il 655 dell’intero export, sia cresciuta nei primi nove mesi dell’anno del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. In particolare, prodotti della metallurgia +37,6% (da 2.124 a 2.922 milioni di euro), prodotti in metallo +21,8% (da 884 a 1.077), macchinari +15,4% (da 2.038 a 2.351), navi e imbarcazioni +9,2% (da 2.069 a 2.260). In forte aumento le vendite all’estero nei comparti dei mobili, +24,6% (da 1.284 a 1.600), dei prodotti alimentari, +32% (da 557 a 735), gomma e materie plastiche, +36,8% (da 516 a 707).

Con riferimento, infine, ai principali Paesi di destinazione, in crescita l’export verso gli Stati Uniti (+52,8%, da 1.803 a 2.755 milioni di euro; 1.709 milioni riguardano il comparto navale, 287 i mobili), Germania (+26,8%, da 1.626 a 2.062 milioni di euro; 509 si riferiscono ai prodotti della metallurgia, 243 ai prodotti in metallo, 237 ai macchinari), Francia, +38,2%, Austria, +36%, Regno Unito, +21%.

Le esportazioni, coerentemente con il rallentamento del commercio mondiale, potrebbero espandersi in misura più contenuta nel trimestre in corso e nella prima parte del prossimo anno, per riprendere a crescere in misura più sostenuta nei mesi successivi. Il contesto resta di grande incertezza.

 

OCCUPAZIONE

Nel terzo trimestre 2022 il numero di occupati è pari a 516mila, in calo rispetto al dato del secondo trimestre, quando l’occupazione aveva toccato quota 537mila, un valore estremamente alto, anche rispetto agli anni precedenti. Considerando la media dei primi nove mesi di quest’anno il valore dello stock di occupati si attesta a oltre 523mila, con una crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso pari a oltre 16mila unità (+3%). Il livello dell’occupazione è anche superiore rispetto al 2019 (+16mila unità, pari al +3.2%).

A crescere, prevalentemente, è la componente maschile (quasi 291mila) con un aumento di 8.515 unità (+3%), tale dinamica si deve soprattutto alla crescita rilevante del mercato nella manifattura e nelle costruzioni. Le femmine toccano, considerando sempre i 9 mesi, quota 232mila occupate, con una crescita di 8mila unità (+3.6%).

A testimonianza dell’elevato livello di domanda di lavoro rileviamo che un aumento dell’occupazione nei primi nove mesi di quest’anno è parallela ad una diminuzione della disoccupazione (27mila circa) ridotta di 3mila unità circa (-10.6%), quasi tutte femmine, e degli inattivi in età da lavoro. Questi ultimi sono mediamente 204mila nel corso del 2022, con una riduzione di ben 8mila unità (-3.9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, anche in questo caso si tratta soprattutto della componente femminile (-5.004 unità, -3.9%).

Il tasso di occupazione nel terzo trimestre è pari al 67.8% (-0.5%), torna a crescere il gender gap, che è nel terzo trimestre, pari a 15 punti percentuali, dovuti alla differenza tra il tasso maschile (75.3%) e quello femminile (60.3%). Il tasso di disoccupazione diminuisce ancora ed è pari a 4.6%.

Manifattura e costruzioni stanno trainando il mercato del lavoro nel corso del 2022

La crescita dell’occupazione si deve soprattutto all’industria, con 129mila occupati mediamente nei primi nove mesi di quest’anno, crescendo di 4.818 unità (+3.9%) rispetto al 2021, e anche alle costruzioni il cui stock supera le 31mila unità (+1.160, +3.8%). Bene anche il terziario con oltre 247mila occupati (+2.5%) e il comparto commercio, alberghi e ristoranti con 97.743 occupati (+2.5%). La flessione si deve pertanto esclusivamente al venir meno, con il terzo trimestre, del lavoro stagionale in agricoltura.

Record di assunzioni a tempo indeterminato

Guardando ora ai dati sulle assunzioni nello stesso periodo (gennaio-settembre 2022), rileviamo come si tocca il record, pari a oltre 205mila, registrando una crescita tanto sul 2021 (+14.3%), quanto sul 2019 (+13.1%).  Da rilevare che la tendenza alla crescita delle assunzioni a tempo indeterminato non si ferma, a partire dalla fine del 2021. Nei primi nove mesi di quest’anno i contratti a tempo indeterminato e le trasformazioni sono state nel complesso 37.300, con una crescita percentuale pari al 54.9%.

Parallelamente crescono le cessazioni dei rapporti a termine, con 190mila (+20.7% e +16%). A parte l’elevato numero di cessazioni dovute alle scadenze dei contratti a termine (circa la metà), la quota più rilevante riguarda ancora le dimissioni volontarie (oltre 20mila, +22.9% sul 2021 e +44% sul 2019), mentre le dimissioni involontarie sono nel complesso 5.487 (+65%), di cui vanno rilevati i dati dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, pari a 2.707 (+161,8%) e quello dei licenziamenti collettivi con 224 unità (+77.8%). Il saldo a settembre 2022 è pari a 30.571 unità, leggermente sotto la cifra registrata nello stesso periodo del 2019 (30.881), flettendo ci circa 2mila unità rispetto al 2019.

 

PROSPETTIVE

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine il Pil del FVG nel 2022 potrebbe comunque aumentare in volume di 0,1/0,2 punti percentuali oltre i 3,2% previsti ad ottobre da Prometeia. La crescita nel 2023 sarà invece solo di qualche decimo sopra lo zero. Nel 2024 si stima una variazione prossima al punto percentuale.

Le previsioni sono particolarmente difficili visto il contesto di grande incertezza, connesso soprattutto con l’evoluzione del conflitto in Ucraina. Si presume che le tensioni associate alla guerra rimangano molto elevate nella prima parte del prossimo anno e si attenuino solo gradualmente nel secondo semestre e nel 2024 contribuendo a mantenere elevati i prezzi delle materie prime, comprimendo la fiducia e frenando gli scambi internazionali.