Le priorità comuni per la competitività del sistema industriale nordestino al centro di un incontro tra i presidente Benedetti e Carraro oggi a Udine

Cordiale incontro, questa mattina, a palazzo Torriani – sede dell’Associazione degli industriali della provincia di Udine - tra il presidente reggente di Confindustria FVG, Gianpietro Benedetti, ed Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto.

Al centro del colloquio, al quale ha partecipato anche la vicepresidente dell’Associazione udinese, Anna Mareschi Danieli, le priorità comuni per la competitività del sistema industriale nordestino.

Caro energia, inflazione, produttività, costo del lavoro, difficoltà di reperimento delle risorse umane, formazione dei giovani e riqualificazione dei lavoratori, questione demografica sono soltanto alcuni dei temi affrontati nel corso dell’incontro.

Dopo un 2022 in cui i risultati sono andati meglio del previsto con una soddisfacente performance da parte delle imprese italiane, soprattutto sul fronte dell’export, e superiore a quelle realizzate dai competitor francesi e tedeschi, l’anno appena iniziato si annuncia incerto, ma non per questo necessariamente negativo.

È indubbio che il rallentamento in corso nell’economia mondiale, dovuto principalmente al contenimento dell’inflazione e dei costi energetici, porterà a galla problemi specifici per l’Eurozona e per l’Italia, che richiedono risposte adeguate e calibrate, sia a livello nazionale, sia a livello europeo.

“Nel prossimo futuro - hanno convenuto Benedetti e Carraro - ci attende una fase altalenante, che andrà affrontata aumentando la produttività e realizzando prodotti a sempre maggior valore aggiunto. Molte sono le incognite sul new normal che emergerà dopo questa fase, ma in ogni caso bisogna farsi trovare pronti. La competitività del nostro sistema paese ha bisogno di semplificazioni e tempi certi della Pubblica amministrazione per garantire flessibilità alle imprese per far fronte ai cambiamenti repentini del mercato. Inoltre, auspichiamo una gestione dell’immigrazione qualificata per gli ormai troppi buchi di offerta formativa, un orientamento scolastico efficiente, la valorizzazione del merito ed una maggiore attenzione a famiglia e natalità. All'Italia, dopo decenni di occasioni mancate, servono riforme organiche nel fisco, nelle pensioni, nella giustizia, nel lavoro”.