IL BIM: COSI’ CAMBIA IL MONDO DELLE COSTRUZIONI

E’ una sfida per tutto il comparto, così si è espressa  Angela Martina, presidente del CEFS - Centro edile per la formazione e la sicurezza all’apertura dei lavori del convegno “Il Bim: così cambia il mondo delle costruzioni” ed “è per questo che guardiamo con particolare soddisfazione a un progetto di conoscenza e di formazione dei nuovi strumenti che ci vede impegnati in un percorso di collaborazione con Confindustria, Ance, Confartigianato e gli ordini professionali del quale il Cefs è particolarmente orgoglioso e che continuerà a beneficio delle imprese e dei professionisti del settore”.

Ogni euro investito in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia moltiplicata per tre. Partendo proprio da questo “effetto volano”, generato dal comparto delle costruzioni sull’intero sistema produttivo, il presidente di Confindustria Udine, Matteo Tonon, è intervenuto al seminario sul Bim (Building information modeling) ospitato a Udine dal (Cefs), per approfondire le opportunità di uno strumento di lavoro innovativo, in grado di gestire i dati dell’intero ciclo di vita di un edificio.

“Ci siamo più volte confrontati sulla assoluta rilevanza per il nostro sistema manifatturiero del settore delle costruzioni – ha affermato Tonon, intervenuto per i saluti introduttivi insieme a Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Udine - e sappiamo che per il nostro territorio l’impatto sul manifatturiero pesa per un 5 per cento circa sul Pil complessivo, generando però un effetto volano per l’intera economia del territorio, che comprende anche il settore dei servizi all’impresa ed il manifatturiero tutto, nonché il settore delle professioni. Investire un miliardo di euro in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia (effetti diretti, indiretti e indotti) di oltre 3,3 miliardi e crea 17.000 posti di lavoro di cui circa 11.000 nelle costruzioni e 6.000 nei settori collegati”.

“L’innovazione – ha concluso Tonon – e l’integrazione delle figure professionali sono condizioni essenziali per la ripartenza del settore, che prevederà sicuramente anche una gestione del patrimonio edilizio esistente, che necessita di interventi di riqualificazione. Peraltro, sono convinto che questo percorso riguarderà non soltanto l’edilizia abitativa, ma anche il comparto pubblico e industriale”.

Sulla opportunità di un adeguamento culturale, oltre che tecnico, si è soffermato Graziano Tilatti. “La necessità di innovare – ha detto il presidente di Confartigianato Udine –, anche in un settore tradizionale come è quello dell’edilizia, apre una sfida che richiede prima di tutto un adeguamento dell’approccio mentale. Le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie di progettazione e costruzione, unite a una diversa attenzione alle esigenze emergenti del mercato, al risparmio energetico e alla sostenibilità, per non parlare della necessità di una riqualificazione importante del patrimonio edilizio, anche nelle località turistiche, ci inducono a dire che la grande tradizione del nostro mondo del fare, nonostante le difficoltà, può trovare un futuro”.

Non sfugge, dunque, che come anche per questo comparto siano ineludibili due dati essenziali: il primo è che l’integrazione è una strategia intelligente e il secondo è che nessuno sfugge al cambio di paradigma legato alla quarta rivoluzione industriale. “Se è vero che il Bim rappresenta il modello col quale rispondere alla necessità del cambiamento – ha confermato il presidente di Confindustria Udine, lodando la virtuosa sinergia che il settore sta dimostrando – è altrettanto vero che si tratta di un modello sfidante, di cui è chiara la finalità, che ci porta nella direzione della riduzione dei costi e va incontro alla marcata necessità di un efficientamento sia nelle modalità di costruzione, sia di gestione degli immobili”.

Attraverso la presentazione ed il confronto di best practices, l’obiettivo del seminario, organizzato in collaborazione anche con il Collegio dei geometri, il Collegio dei periti industriali e l’Ordine degli architetti, è stato proprio quello di sensibilizzare e formare i partecipanti sull’utilizzo del Bim. Mediante questo strumento, infatti, è possibile sviluppare una metodologia di lavoro che comporta la generazione di un modello dell’edificio in grado di gestire i dati dell’intero ciclo di vita dell’immobile. Attraverso un software di modellazione virtuale – come ha spiegato l’architetto Greta Lucibello, ricercatore preso il Politecnico di Torino, che ha illustrato contenuti e opportunità del Bim – è possibile affiancare alla fase di progettazione della costruzione la fase estimativa, nonché la gestione e la manutenzione della costruzione.

Ed ecco, allora, che per il settore delle costruzioni l’innovazione è sinonimo di un cambiamento radicale del modello di filiera in grado di promuovere rapporti di integrazione collaborativa tra le diverse figure professionali, dall’idea fino al collaudo dell’opera. Il Bim, dunque, è il processo che rende possibile il dialogo tra il progettista architettonico e tutte le figure coinvolte nella definizione del progetto, passando per le imprese edili, gli impiantisti, i collaudatori, fino alla consegna definitiva dell’opera.