Fitoussi: “Le imprese trovino un punto di equilibrio tra efficienza e resilienza" - Il dialogo sul futuro con l’economista francese ha aperto oggi il ciclo di appuntamenti webinar “Confindustria Udine incontra”

“Oggi assistiamo al crollo delle nostre certezze degli ultimi decenni. Avevamo creduto nel gioco della globalizzazione per accorgerci ora che non è quella che sembrava. Sarebbe stupido porre fine alla globalizzazione, ma dobbiamo invece comprendere che la globalizzazione è sempre andata di pari passo con la protezione sociale e il protezionismo, due concetti che mal si sposano con la libera concorrenza. Diventa così importante per le imprese trovare un punto di equilibrio tra efficienza e resilienza. Per aumentare la competitività del Paese serve una strategia basata non su riduzione del prezzo (e quindi dei salari), ma su maggiori investimenti per essere più produttivi e più efficienti. Bisogna investire in sanità, educazione e infrastrutture. Più che una riduzione delle tasse, abbiamo bisogno del loro investimento in infrastrutture e iniziative utili alla competitività delle aziende, al sostegno alle famiglie”.

Parola dell’economista francese Jean Paul Fitoussi, ospite questo pomeriggio del primo appuntamento di “Confindustria Udine incontra”, una serie di eventi on line promossi dagli Industriali della provincia di Udine con personaggi di fama internazionale del mondo dell’economia e dell’impresa. 

“L’obiettivo – ha spiegato la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, che ha dialogato con Fitoussi - è quello di fornire all’imprenditore gli strumenti per fare strategia con slancio propositivo, perché non è mai stato facile fare impresa prima di oggi e non lo è ora”.

“Il titolo dello speech, ‘Il futuro non è più quello che era’ - ha evidenziato Mareschi Danieli - è tanto eloquente quanto affascinante. Questa epidemia ha chiarito come al giorno d’oggi un evento locale può avere ripercussioni economiche globali. Tutto è cominciato per un virus a Wuhan. La crisi economica che è seguita a breve distanza è conseguenza diretta non del Covid, ma del processo di globalizzazione della produzione che ha caratterizzato i decenni precedenti. Rispetto alla crisi economica del 2008, che coinvolse solo una parte del mondo, oggi, però, la situazione è diversa perché siamo di fronte ad una crisi simmetrica dove tutti i Paesi sono coinvolti.  La durata di questa crisi è inoltre incerta e non sappiamo se la ripresa sarà veloce o lenta”.

Per capire le prospettive future Mareschi Danieli ha poi elencato le criticità che il Covid-19 ha semplicemente portato alla luce. Ha ricordato come la competizione globale abbia costretto le imprese ad allungare e ramificare le catene intra-industriali di produzione per sfruttare le economie di costo e di specializzazione disponibili, “come in una grande catena di montaggio sparpagliata per il tutto il mondo”. Ben prima della crisi di Covid-19, è dunque aumentata la protezione dei mercati da parte di molti Paesi. Questi processi - ha concluso la presidente - erano già in corso da alcuni anni; la crisi del Covid-19 li ha peggiorati e resi più evidenti. L’uso della tecnologia per limitare i contagi, per gestire il periodo di epidemia attraverso lo smartworking sta facendo fare un salto importante a molti Paesi, che ne hanno capito l’importanza nella competizione internazionale e nella crescita economica interna di lungo periodo.  Allo stesso tempo, l’epidemia ha evidenziato ulteriormente le disuguaglianze sia geografiche sia sociali e questo sta riportato al centro del dibattito l’importanza di una crescita più sostenibile ed eguale. Il risultato più evidente, per il momento, è stato un aumento dell’incertezza, che è uno dei grandi veleni dell’economia mondiale”.

La prima questione sollevata da Mareschi Danieli ha riguardato la questione del PIL, “il cui unico modo per rialzarlo - a detta della presidente - è quello di aumentare la produttività. Per fare questo servono investimenti che porterebbero all’immediato aumento del debito pubblico, il cui ammontare, al momento, condiziona pesantemente le scelte strategiche del Paese”. Fitoussi ha concordato con la presidente: “E’ vero, abbiamo dato troppo importanza al debito pubblico e così facendo, siamo stati perdenti, perché abbiamo tralasciato di investire, ad esempio, nelle infrastrutture per favorire la crescita. E’ un dato di fatto che il debito pubblico nella storia è sempre diminuito solo quando c’è crescita e inflazione, mai quando c’è stata recessione e deflazione”. Fitoussi ha, a tale proposito, dato ragione a Draghi quando ricorda che mai si sono alzate le tasse in tempi di guerra. Oggi finalmente le nazioni sembrano avere capito che serve ricostruire prima di tutto il capitale sociale, abbandonando la stupidità di una politica di breve termine.

Il confronto si è poi spostato sull’Europa. “Abbiamo assistito da parte dell’Unione Europea - ha evidenziato Mareschi Danieli -  a un inquietante silenzio iniziale, un’interessante ripresa di vigore con la sospensione al Patto di stabilità, che ci auguriamo tutti arrivi alla sua cancellazione. Ancora però non è stato messo sul tavolo l’unico strumento in grado di fare la differenza, vale a dire gli eurobond”.  Ha concordato appieno Fitoussi: “Il sistema UE messo in piedi ha avvantaggiato la Germania - ha affermato Fitoussi -. Non è un caso che la Germania sia più ricca degli altri Paesi UE. Il problema è che la struttura dell’Europa è stata concepita in modo sbagliato. L’unico modo per risolvere questo problema è avere un titolo unico: l’eurobond. Dobbiamo costruire una vera federazione con visione comune, politiche economica, fiscale e industriale comuni. Ci deve essere una sovranità politica europea unica votata dai cittadini”.   

Da ultimo Mareschi Danieli e Fitoussi hanno riflettuto sul ribilanciamento dell’economia globale e sull’accorciamento delle catene del valore in senso essenzialmente regionale europeo. “Una necessità – ha affermato Fitoussi - se vogliamo recuperare sovranità all’Unione Europea; altrimenti parte della catena sarà nelle mani arbitrarie di altri Paesi, magari dittatoriali e lontani. Questo accorciamento deve essere una decisione che spetta alla politica, senza delegarla agli imprenditori”.

In chiusura, Fitoussi ha risposto ad alcune domande degli oltre 250 partecipanti al webinar, che è terminato con una nota di ottimismo. Hanno concordato Mareschi Danieli e Fitoussi: “Il futuro resta nelle nostre mani”.