LE NOSTRE PROPOSTE DI RAFFORZAMENTO E AMPLIAMENTO DELLE AREE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI UDINE Il presidente Pozzo al convegno sulla rete dei consorzi industriali

UDINE, 20 OTTOBRE 2025 - “Confindustria Udine, con il supporto operativo del COSEF, sta progettando il rafforzamento e l’ampliamento del sistema delle aree industriali della provincia di Udine, con l’obiettivo di rendere la gestione più coordinata, efficiente e rispondente alle esigenze delle imprese”.

Lo ha affermato il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, intervenuto, questa mattina, a Capriva, al convegno dal titolo “La rete dei consorzi industriali- innovazione e sostenibilità per la crescita del Paese”.

Questa progettualità si colloca nel quadro delle politiche regionali per la competitività e la valorizzazione del tessuto produttivo, in linea con il Programma Regionale FESR 2021–2027 e il Piano Regionale di Sviluppo.

In particolare, la proposta prevede l’inclusione nel perimetro consortile di alcune nuove zone produttive localizzate in diversi comuni della provincia, oggi classificate come aree D2 e D3. Questi agglomerati presentano parametri economici e occupazionali di rilievo — in termini di fatturato aggregato, numero di addetti e presenza di grandi imprese — che li renderebbero potenzialmente assimilabili alle aree D1 di interesse regionale. Il processo di ampliamento, da realizzarsi in step, prevederebbe la “convenzione” da realizzare, nelle aree D2 e D3, con i comuni interessati, un successivo aggiornamento del PGT (Piano di Governo del Territorio) e infine l’eventuale passaggio delle suddette aree al rango di D1, tale da garantire pari dignità e possibilità di sviluppo alle aziende già insediate, creando le condizioni per un loro ulteriore consolidamento e crescita.

“La provincia di Udine – ha sottolineato Pozzo - rappresenta il cuore manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, con circa 48.000 addetti impiegati nel settore industriale e un tessuto produttivo diffuso, altamente specializzato e orientato all’export. Attualmente, il COSEF gestisce aree che impiegano circa 12.000 lavoratori. Con l’ampliamento, il bacino salirebbe a circa 20.000 addetti, consolidando il ruolo del Consorzio nella gestione di un sistema industriale strategico per l’intera regione. Naturalmente, il passaggio a D1 richiederà interventi infrastrutturali e nuovi servizi, in collaborazione con Comuni e Regione, da attuare anche tramite protocolli o accordi di programma per una governance condivisa ed efficace”.

“Il nostro disegno – ha poi aggiunto Pozzo- punta anche a potenziare i servizi per imprese e lavoratori: aree di sosta, mense, poliambulatori, formazione, alloggi temporanei, asili e centri estivi. Questi elementi sono infatti strategici per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, la competitività e l’attrattività dei distretti industriali”.

Un ulteriore ambito di sviluppo ricordato dal presidente di Confindustria Udine riguarda la sostenibilità ambientale e l’innovazione: “La trasformazione delle aree – ha rimarcato Pozzo - potrà essere accompagnata da iniziative di efficientamento energetico, gestione condivisa delle risorse, realizzazione di infrastrutture digitali e promozione di comunità energetiche industriali, in linea con gli obiettivi regionali di transizione ecologica e riduzione dell’impatto ambientale”.

“L’intento generale – ha concluso il presidente - è costruire un sistema unitario e integrato, capace di mettere in rete le diverse realtà produttive della provincia, valorizzando le specificità di ciascun territorio all’interno di una strategia comune. L’ampliamento delle competenze del COSEF e la riclassificazione di alcune aree D2 e D3 a D1 rappresentano pertanto il cardine di un progetto di sviluppo territoriale condiviso e a medio-lungo termine, volto a garantire crescita economica, qualità dei servizi e un rafforzato legame tra impresa, territorio e comunità locale. In tale prospettiva, il sostegno e il riconoscimento della Regione Friuli Venezia Giulia saranno determinanti per accompagnare il percorso di riclassificazione, favorendo un modello di sviluppo equilibrato, innovativo e competitivo, in linea con le migliori esperienze europee di gestione integrata delle aree industriali”.