LA PRODUZIONE INDUSTRIALE CRESCE DEL TRE PER CENTO

Il 2017 si è chiuso per l’industria manifatturiera della provincia di Udine all’insegna della crescita, confermando il trend positivo già registrato nei trimestri precedenti.

“Sorretto dal consolidamento della domanda estera – spiega Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine - l’indice della produzione industriale, secondo l’indagine dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, registra nel IV trimestre un +3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, consolidando le variazioni tendenziali del primo trimestre, + 3,1%, del secondo, +2,3%, e del terzo +3,3%, e segnando un aumento medio annuo del 3%. Prosegue, sempre nel IV trimestre, la crescita della domanda interna (+2,2% la variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno) ed estera (+5,3%) ed il grado di utilizzo degli impianti (83,5%; nel IV trimestre del 2016 si attestava al 79,3%)”.

Le dinamiche positive della produzione industriale si sono manifestate nella quasi totalità dei settori merceologici caratteristici che compongono la struttura industriale friulana.

Le industrie meccaniche, dopo un profilo fiacco nel 2016, proseguono la ripresa (+3,4% nel primo trimestre, +2,9% nel secondo, +2,8% nel terzo, +3,4% nel quarto le variazioni tendenziali) grazie anche al recupero della domanda estera. La siderurgia si è rafforzata nel primo trimestre dell’anno (+3,6%), ha rallentato nel secondo (+0,2%), e ha ripreso vigore nel terzo (+3,4%) e nel quarto (+3,2%). In crescita anche i settori del legno e mobili (+2,2% la variazione tendenziale nel IV trimestre), carta (+6%), chimica (+2,5%), alimentare (+1,1%) e gomma e plastica (+11%). Continua a soffrire solo il comparto dei materiali da costruzione.

“Le previsioni per il 2018 – conclude Anna Mareschi Danieli - in uno scenario economico internazionale favorevole, pur caratterizzato dalle misure protezionistiche Usa e dall’evoluzione della politica industriale cinese, sono per una prosecuzione dello sviluppo della domanda interna, sostenuta dall’incremento dell’occupazione, che è sempre successivo, in ordine di tempo, rispetto al miglioramento degli altri indici, ed un ulteriore rafforzamento della domanda estera. Certo, ci sono anche le incertezze derivate dall’esito elettorale italiano. Per sostenere la ripresa in atto, non possiamo che richiamare chi ci governerà alla responsabilità e alla pragmatica ricerca di soluzioni, possibilmente capaci di traguardare un orizzonte temporale medio-lungo. Prima di tutto, sarà importante non smontare le riforme già realizzate. È importante, in questa fase di negoziato post-elettorale, che le forze politiche facciano uno sforzo per comprendere che il bene dell’Italia è prioritario rispetto al bene del partito. Confindustria, poi, ha un’idea precisa delle cose che sono necessarie alla crescita del Paese: contenere il debito pubblico, sostenere l’occupazione giovanile, ridurre il cuneo fiscale, fare sistema a livello europeo, definire un sistema infrastrutturale che ci permetta di essere competitivi. Sono queste le cose che servono”.